Roma, 24 feb – Si continua (giustamente) a parlare delle violenze antifasciste di Padova. Questa volta, grazie all’interesse di Silvio Giovine, la discussione arriva ai “piani alti”. Ovvero alla Camera, dove il deputato di Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno Piantedosi.
La nota di Silvio Giovine
Lo rende pubblico una nota dello stesso onorevole di qualche giorno fa. “Non si può ignorare il clima di tensione che si sta diffondendo, alimentato dai toni sempre più esasperati dei centri sociali e degli ambienti antagonisti, i cui comportamenti in Veneto negli ultimi mesi hanno evidenziato un pericoloso innalzamento del livello dello scontro, con episodi violenti e dichiarazioni al limite del sovversivo”. Come fa notare Giovine “il rischio che si inneschi un effetto emulativo è concreto. E non va sottovalutato”. Questo perché “simili dinamiche possono rapidamente sfuggire al controllo, compromettendo la sicurezza pubblica. E il sereno svolgimento del dibattito democratico”.
Come ben sappiamo i tre fermati per l’aggresione ai militanti di CasaPound Italia, avvenuta durante un gazebo regolarmente autorizzato e che – come ricorda il comunicato – “ha costretto un ragazzo a sottoporsi a un intervento chirurgico urgente per la frattura del pavimento dell’orbita oculare” sono stati subito rilasciati. Il politico veneto esprime quindi “forte perplessità e preoccupazione alla luce delle successive rivendicazioni dei gravi fatti arrivate dallo stesso centro sociale Pedro”.
Padova, interrogazione parlamentare sull’aggressione antifascista
Oltre al danno la beffa, verrebbe da dire. “Non solo, dunque, la scelta di una violenza indiscriminata. Ma anche il rifiuto del riconoscimento della gravità dei fatti e una sorta di sfida alle istituzioni. Un contesto allarmante in cui città come Vicenza e Padova subiscono da mesi il verificarsi di manifestazioni ed episodi violenti e prevaricatori. Fatti puntualmente rivendicati da Pedro e Bocciodromo, con un preoccupante richiamo nostalgico a uno dei periodi più bui della nostra storia repubblicana: gli anni di piombo”.
Il presidente provinciale di FdI Vicenza conclude dichiarando inaccettabile che “il confronto politico degeneri in intimidazioni e violenze fisiche, alimentando un clima di paura e limitando la libertà di espressione”. Una deriva, insomma, da fermare al più presto, un pensiero reso già noto da un post Instagram pubblicato all’indomani dell’aggresione. “Va assicurato a tutti il sacrosanto diritto di esprimere liberamente le proprie idee, senza il timore che questo possa determinare aggressioni o ritorsioni. Un ringraziamento alle forze dell’ordine per il pronto intervento che ha portato a individuare subito alcuni dei responsabili. Ho voluto evidenziare nell’interrogazione la scelta della magistratura patavina di liberare subito i fermati. Chi ricorre alla violenza e alla prevaricazione per imporre le proprie posizioni mina le basi della nostra democrazia e deve essere perseguito con determinazione”.