Verona, 15 mar – Il luogo è l’auditorium delle Fiere di Verona. Il colore scelto il giallo della fondazione “Ricostruiamo il Paese“. L’obiettivo? Le regionali di fine maggio. Un migliaio le persone presenti in sala ad ascoltare il primo discorso pubblico di Flavio Tosi dopo l’espulsione dalla Lega Nord.
Le prime parole sono proprio contro la nuova linea dell’ex partito: “Non è quella di Miglio o di Bossi. Nemmeno Matteo Renzi, leader del centrosinistra avrebbe fatto quello che ha fatto Salvini per zittire la minoranza interna”, ha detto il sindaco scaligero, visibilmente commosso. D’altronde, spiega Tosi, all’ombra del carroccio “ho passato 25 anni. Una famiglia, in cui ho tanti affetti. Chiudere così è una pagina difficile”.
L’amarcord è però solo una parentesi. Tosi guarda avanti, al futuro suo e del Veneto nei prossimi mesi. E lo fa recuperando parole d’ordine della prima Lega: “Gli ideali di federalismo, autonomia, libertà non si cancellano. Siamo uomini e donne politicamente liberi. E cammineremo con le nostre gambe”. Sono questi i concetti e le idee sulle quali punta per tentare di offrire un nuovo approdo ai tanti transfughi della Dc -che all’epoca in Veneto aveva il suo feudo più importante- poi passati sotto l’ombrello leghista. Da qui le posizioni decisamente più “moderate” di Tosi, che lo hanno portato allo scontro frontale con Salvini.
Il raduno dei fedelissimi è stata anche l’occasione per l’annuncio più atteso, per il quale mancava solo l’ufficiale, e cioé la candidatura dell’ex segretario della Liga alle prossime regionali del Veneto. Una sfida che si annuncia difficile, dovendo ancora risolvere il nodo delle eventuali alleanze che Tosi potrà a vorrà stringere. In prima fila sarebbe già pronto il Nuovo centrodestra, che da parte sua esorta anche Forza Italia ad essere della partita, abbandonando definitivamente la Lega anche sul livello locale.
La candidatura di Tosi non sembra, per il momento, impensierire Salvini. “Oggi sono in Veneto a sostenere il nostro Luca Zaia. Vedo che adesso sono tutti contro Zaia, un bel segno, vuol dire che Zaia ha fatto bene, che Zaia vince”, ha detto il segretario. Scalfire la leadership del presidente in carica è operazione difficile, in virtù dell’ampio consenso di cui gode, nonostante gli effetti dell’onda lunga renziana che non sembra però dare alcun vantaggio alla candidata Pd, Alessandra Moretti.
D’altra parte, in virtù del suo posizionamento, Tosi potrebbe addirittura andare a sottrarre voti ad entrambi gli schieramenti, dando paradossalmente una mano proprio a Zaia . I primi sondaggi condotti in regione dicono che lo schieramento del sindaco di Verona si attesterebbe attorno al 10%, mentre l’attuale governatore -prima dato per plebiscitario- conserverebbe un vantaggio sull’inseguitrice che passa dal 18 al 10%. Un margine che al momento può impensierire solo la Moretti.
Filippo Burla
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