Roma, 11 apr – Il Terzo polo sembra sempre più una polveriera pronta a esplodere e l’ipotesi di un partito unico tra Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi appare meno certa. Sulla stampa si susseguono i botta e risposta al vetriolo tra i vertici dei due movimenti.
Terzo polo a rischio
Qualche segnale di cedimento si era intravisto con le critiche da parte di Calenda nei confronti di Renzi per la nomina a direttore de Il Riformista. Il leader di Azione non aveva nascosto i suoi malumori per il possibile conflitto di interessi, avvertendo: “Bisogna dire però, a tutela dei lettori, che il giornale non ha niente ha che fare con il Terzo polo”. Opinione ripresa anche dal capogruppo alla Camera di Azione Richetti: “Renzi deve decidere se nella vita fa politica o informazione. Quando telefona Renzi mi parla del partito o mi intervista per Il Riformista?”. Il parlamentare ha poi espresso la sua opinione anche su chi dovrebbe guidare il Terzo polo: “Una leadership l’abbiamo messa in campo. L’abbiamo scritta anche nel simbolo e la sosteniamo con ancora più forza. È giusto che quando si fanno i partiti, i partiti siano aperti, contendibili. Chi vuole sfidare Calenda lo sfiderà. Che Renzi faccia il direttore de Il Riformista è una notizia per i lettori de Il Riformista, non per gli elettori del Terzo polo”.
“Tatticismi di Renzi sul partito unico”, l’attacco di Azione
A mettere il carico da novanta sono state alcune dichiarazioni rilasciate all’Ansa da un dirigente di Azione, rimasto però anonimo: “L’unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”. Per avvalorare quanto detto, la fonte cita la mossa a sorpresa di Renzi, il quale ha sostituito Rosato alla guida di Italia Viva per “controllarne direttamente i soldi e la struttura” e delegittimando in questo modo il comitato politico della federazione del Terzo polo. Una ricostruzione che sarebbe condivisa anche dallo stesso Calenda e dai vertici di Azione: “Calenda ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori. Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita”.
La risposta di Italia Viva: “La verità è che Calenda ha paura di perdere il congresso”
Affermazioni che hanno scoperchiato il vaso di Pandora. A rispondere agli attacchi ci hanno pensato i due portavoce nazionali di Italia Viva, Cappello e Buonajuto, con un comunicato congiunto: “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime”. Per poi accusare a loro volta: “C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi”. Sulla stessa linea anche l’ex ministro Bellanova, che ha sentenziato: “Facciamo il congresso e in quella sede discutiamo di tutto. Nei partiti democratici si fa così. Chi ha paura della democrazia?”. Mentre Scalfarotto parte alla carica direttamente contro Richetti: “Leggiamo che ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico”. Come riferito da alcuni parlamentari di Italia Viva a Adnkronos il nocciolo della questione non sarebbe il ruolo di Renzi, ma le paure di Calenda di non riuscire a intestarsi la guida del Terzo polo: “La verità? La verità è che Calenda ha paura di perdere il congresso”. Insomma, il “partito della bella gente” sembrerebbe già pronto a esplodere.
Michele Iozzino
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