Roma, 29 set – Che bilancio trarre dalla parabola umana e politica di Silvio Berlusconi alla vigilia del suo ottantesimo compleanno? In estrema sintesi potremmo dire che è stato il peggior uomo politico degli ultimi 20 anni. Eccetto tutti i suoi contemporanei. Delle debolezze e dei difetti dell’uomo si potrebbe parlare a lungo, ma non ci sarebbe nulla che non sia già stato detto in rancorosi saggi di sociologi con la forfora. Il politico lascia invece sul campo tante armi mai usate per battaglie più annunciate che combattute: la magistratura politicizzata è rimasta tranquillamente al suo posto, le caste culturali di sinistra non sono state scalfite, la palude burocratica continua a espandersi, il terrorismo fiscale non ha accusato colpi significativi.
In politica estera resta qualche buona intuizione, come lo sguardo verso est e la politica in Nordafrica, quest’ultima peraltro vanificata dal vergognoso voltafaccia nei confronti di Gheddafi, le cui conseguenze paghiamo ancora oggi. Quanto di buono era stato almeno tentato, è stato comunque gettato nella polvere da una resa al golpe di Monti senza alcuna reazione e dalla relazione extraconiugale con Matteo Renzi che ha consentito all’ex sindaco di Firenze un dominio quasi senza opposizione. Tutto male, quindi? Forse sì, ma va detto che tutti quelli intorno a lui sono stati peggio di lui.
Peggio di Berlusconi è stata la sinistra comunista e post-comunista, precipitata in un incubo e in una sudditanza psicologica al nemico che perdura ancora oggi. Dopo vent’anni di berlusconismo, la sinistra è più moralista, più bacchettona, più giustizialista, più snob, più incattivita, più giacobina, più triste, ha eretto monumenti ai magistrati contro cui negli anni ’70 scriveva canzoni e si è affidata all’unica categoria politica dell’odio nei confronti del popolo italiano, magistralmente espresso nei deliri golpisti di Asor Rosa e nei corsivetti saccenti di Eco. Ma stendiamo un velo pietoso anche sulla destra post-missina, miracolata a suo tempo da Tangentopoli e poi dall’endorsement berlusconiano, ma che pure non ha espresso, in tutti questi anni in cui è stata spesso al governo, alcuno spessore politico, alcuna differenza antropologica, alcuna politica culturale, alcuna classe dirigente, alcuna selezione delle élite.
I rari tentativi di marcare una presenza culturale specifica sono stati subalterni al peggior guelfismo anti-italiano, dove magari si rivendicava come grande merito metapolitico l’aver introdotto in qualche scuola qualche libello anti-risorgimentale. In campo geopolitico, poi, l’ansia di essere e sembrare i servi più zelanti ha generato mostri su cui è meglio stendere un velo pietoso. Così come è meglio sorvolare sulla corte dei miracoli del berlusconismo sorto parassitariamente intorno a Berlusconi, quasi interamente composto di personaggi che avrebbero potuto popolare il Drive In degli anni ’80. E alla fine, l’unico che si salva è forse proprio lui, Silvio. Il peggiore, eccetto tutti gli altri.
Adriano Scianca
7 comments
Andrea condivido il tuo commento sul berlusca io sintetizzo cosi è stato un buon tempone che pensava esclusivamente agli interessi aziendali di famiglia e per questo ci faceva su leggi ad persornam in politica estera come tu hai detto,a parte la Russia il resto debacle e poi con la Russia se ci fosse stato lui ai tempi delle sanzioni volute dagli USA,facilmente avrebbe ceduto come ha fatto in Libia,rimane una sola cosa positiva almeno era simpatico e faceva un po ridere. saluti Pietro Frignani.
Ahahah personaggi che avrebbero potuto popolare il drive in… quanta verità…
Caro direttore,
condivido fino dalla prima all’ultima riga.
non male però aver fatto saltare a gambe all’aria quella accozzaglia di falliti ex-post-demo/comunisti che senza il silvio avrebbe preso il potere nei primi anni 90. Poi….almeno col berlusca la Carfagna era davvero una gran bella donna; questi altri invece spacciano non solo una culona coi gamboni come la Boschi per avvenente ma le affidano pure la revisione della Costituzone…
Berlusconi non ha fatto niente che possa essere ricordato malgrado avesse una maggioranza schiacciante. Forse ai posteri sarà ricordato per due cose : andava a zoccole ed il suicidio politico cacciando GIANFRANCO FINI . Da quel momento è stato in balia dei suoi leccaculo senza spina dorsale e della sinistra!. AMEN
Ma Fini chi ?
Condivido tutto tranne che la sinistra non è stata peggiore di Berlusconi: è stata il nemico degli italiani, il che la pone su un piano assolutamente altro dalla politica (come la potremmo chiamare, “amministrazione dei kapò”?).
Berlusconi è stato il peggiore eccetto gli altri ma con quanta nostalgia ci dobbiamo inchinare ai politici della prima repubblica? Personalità gigantesche al cospetto del drive in by Silvio..