Roma, 13 ott – “Fascista è mettere fuori legge i partiti“: così Matteo Salvini condanna le mozioni del centrosinistra per lo scioglimento di Forza Nuova e di altri movimenti di estrema destra. “Sento che c’è qualcuno che vuole mettere fuori legge forze politiche, chi parla di fascismo deve ricordarsi che proprio il fascismo nacque mettendo fuori legge chi non la pensava come loro, organizzazioni sindacali e altri”, fa presente il leader della Lega. E sulla presunta “emergenza fascismo” montata ad arte da sinistra e media schierati esprime tutta la sua contrarietà. Tanto che alla fine, all’ennesima domanda dei cronisti, perde la pazienza e se ne va.
Salvini contro le mozioni giallofucsia per lo scioglimento dei partiti
“Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia, non tornano più, in qualche redazione qualcuno si appassiona a questo tema“, commenta Salvini in occasione della campagna elettorale a Trieste. Il riferimento è a come i media schierati con la sinistra enfatizzino le mozioni giallufucsia per lo scioglimento di Fn. Poi quando i giornalisti incalzano Giorgia Meloni, in piazza con il leader della Lega, sempre sul “pericolo fascismo”, Salvini sbotta. Come si vede in un video pubblicato dal Corriere della Sera, mentre la leader di FdI cerca di rispondere ai cronisti, Salvini perde la pazienza e le parla sopra rivolgendosi ai giornalisti. “E’ bello parlare così tanto di Trieste“, ironizza sarcastico. “E’ proprio rispettoso nei confronti dei triestini”. “Complimenti ai giornalisti italiani”, dice rivolto ai cronisti per poi andarsene aggiungendo: “Basta, ancora a parlare di fascismo…“. I giornalisti gli dicono di restare ma Salvini è già lontano.
Salvini e Meloni a Trieste, ma ai giornalisti interessa solo una cosa…
Il tutto a Trieste, poi, dove oltre al ballottaggio – di cui ai giornalisti evidentemente non interessa nulla – c’è la protesta durissima dei portuali contro il green pass, che venerdì 15 bloccheranno tutto. Invece per i cronisti la notizia è cosa dicono Salvini e la Meloni sul “pericolo fascismo” dopo l’assalto alla sede della Cgil di sabato a Roma. “Mi sono messo il golf rosso, così i giornalisti di La7 sono contenti“, aveva ironizzato il leader della Lega dal palco. “Ormai devi stare attento al colore dei pantaloni che ti metti la mattina e di come saluti uno che incontri per strada. È la grande differenza tra chi vive nel passato e chi parla di lavoro, di porto, di bellezza e di turismo”. La Meloni poi, prima che Salvini andasse via scocciato e che lo seguisse anche lei esasperata, stava cercando di ribadire che “la violenza è violenza”. Senza colore politico.
La leader di FdI: “Mi sono stufata di questa cosa di Fn, la può sciogliere il governo se vuole”
“A Roma era Forza Nuova, certo è una matrice fascista, a Milano erano antifascisti, la violenza è sempre violenza o va condannata solo da una parte?“, fa presente la leader di FdI. “Non c’è – sottolinea la Meloni – ambiguità di FdI sui presunti rapporti col fascismo o organizzazioni di estrema destra, l’ambiguità è di chi usa quanto è accaduto per aggredire qualcun altro, come Provenzano“. Il vicesegretario Pd infatti ha accusato il partito della Meloni di porsi fuori dall’arco costituzionale, in un pasticcio storico improponibile. Ospite a Fuori dal coro su Rete 4, anche la leader di FdI sbotta contro il “pericolo fascismo”. “La gente non è cretina. Lo credo che si arrabbia. E si arrabbia senza essere fascista”, chiarisce in merito alle proteste contro il green pass. “Dire che la gente non può lavorare perché non ha un lasciapassare del governo o debba vedere sensibilmente diminuito il suo stipendio se non ha un lasciapassare del governo, lo capiamo che è una cosa enorme? Mi sono stufata di questa cosa di Fn. Forza nuova la può sciogliere il governo se vuole“, taglia corto la Meloni.
Adolfo Spezzaferro
2 comments
Vedi Salvini, Letta è così; il restringimento mentale porta a quello. Lui non mangia le more perché sono nere e dice che è colpa tua e di Giorgia se le more sono nere. Poi non mangia nemmeno le fragole perché sono rosse e gli dispiace romperle con i denti. per non compromettere la purezza del rosso. Se non sa pensare di meglio, non bisogna attaccarlo; bisogna compatirlo.
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