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Dall’Europarlamento arriva una risoluzione sui marò. Finalmente

by La Redazione
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maròStrasburgo, 15 gen – Finalmente dopo quasi tre anni il Parlamento Ue riunito in seduta plenaria ha discusso e votato una risoluzione sulla vicenda maròSi tratta di una proposta di risoluzione comune fra i gruppi de PPE, Verts/ALE, ALDE, EFDD, S&D. La risoluzione è stata approvata a larghissima maggioranza.

Anche se non ha ancora l’incisività verso l’India che tutti vorremmo è bene evidenziare che nel corso del dibattito in aula, durato ieri fin oltre la mezzanotte, tutti gli intervenuti (tranne tre) hanno condannato i tre anni di detenzione senza processo e chiesto il processo in Italia o l’arbitrato internazionale. Alcuni deputati hanno chiesto di congelare l’accordo di libero scambio in discussione con l’India fino alla piena soluzione del caso, e altri di rivedere i rapporti commerciali. 
E’ entrata nel dibattito anche la vicenda dei contractors inglesi e lettoni detenuti anche essi in India senza processo da 16 mesi.

Nel frattempo ieri l’altro, 24 ore prima di questo dibattito, l’ex ministro degli Esteri indiano Khursheed ha dichiarato: “Sono convinto che  la soluzione deve essere politica e che i due militari devono essere rimandati in Italia perché al punto in cui il caso si trova attualmente, appare irrisolvibile”.(Fonte ANSA)
Si tratta delle stesse conclusioni, sia del Parlamento Ue che dell’ex Ministro degli Esteri indiano Khurheed, a cui si era giunti nella conferenza sulla vicenda organizzata dal movimento politico “Sovranità” lo scorso 8 gennaio: accuse insostenibili e costruite a tavolino, assurdità giuridiche, inammissibile cessione di sovranità all’India e così via.

Ma per arrivare a questo risultato alla Ue, dove abbiamo ottenuto dopo tre anni quello che dovevamo ottenere dopo tre giorni, è stato necessario l’impegno di molti: nei gruppi facebook, nei movimenti politici, nei partiti e così via per superare con impegno personale inerzie e connivenze da parte italiana. Ora finalmente, anche se ripeto ancora manca incisività verso l’India, le autorità indiane sanno di avere a che fare con “l’Europa” che proprio noi stiamo resuscitando dal suo triste ruolo da “Mercante nel Tempio”.

Chi ha partecipato a questa battaglia ne sia orgoglioso; non è il caso di darsi patacche o medaglie ma di avere la consapevolezza che con impegno capacità e determinazione le battaglie possono essere vinte. E sia chiaro, chiarissimo, che finora abbiamo solo chiesto l’applicazione del Diritto internazionale e difeso due innocenti ingiustamente accusati fin dal primo giorno per interessi di camarille politiche e interessi miliardari di privati.

Luigi Di Stefano

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