Roma, 14 dic – Ieri sera a Brescia oltre 500 persone hanno preso parte al corteo organizzato da CasaPound Italia, Rete dei Patrioti, Brescia ai Bresciani, Veneto Fronte Skinhead, Nazionalisti Camuni e Comunità militante per protestare contro il degrado ormai dilagante nella città e per ribadire che certi quartieri sono e resteranno Italia.
La manifestazione a Brescia contro il degrado
“Sempre più zone – si legge in una nota diffusa dagli organizzatori – non solo di Brescia, ma anche di tante altre città italiane sono abbandonate all’incuria, trasformate in ghetti spesso inaccessibili agli italiani. La stazione cittadina è l’emblema: ecosistema abitato ormai solamente da spacciatori e sbandati. Infatti dopo la fine della nostra manifestazione si sono verificati nuovi episodi di violenza”.
“Brescia è l’esempio lampante del fallimento della società multirazziale. I dati statistici vedono gli immigrati come campioni di criminalità: gli stranieri sono il 9% della popolazione totale, ma rappresentano ben il 33% dei carcerati e per alcuni crimini la percentuale di stranieri che lì commettono arriva anche al 50% del totale. Dalle notizie di cronaca e dai fatti quotidiani riportati dai cittadini bresciani, la realtà smentisce ampiamente la favola dell’immigrazione buona e necessaria diffusa dal sistema”.
Ci sono ancora italiani che non si arrendono
“Non solo insicurezza: a questa situazione – prosegue la nota – si aggiunge lo smantellamento dello stato sociale in favore dello stato assistenziale, la progressiva sostituzione etnica ai danni degli italiani, le richieste di Confindustria di manovalanza straniera sottopagata a discapito dei diritti e delle tutele dei lavoratori e la presenza, già a partire dagli asili, di classi composte solo da figli di immigrati”.
“Questa manifestazione – conclude la nota – ha dimostrato che esistono ancora italiani che non si arrendono a tutto ciò, che esistono ancora italiani disposti a lottare per il loro futuro e che non ci stanno a vedere morire la propria città e la propria Nazione a discapito di politiche, nazionali e internazionali, che generano una nuova lotta di classe dove ad approfittarsene sono solo le élite”.
La Redazione