Roma, 15 apr – Regioni in pressing sul governo per le riaperture: via il divieto di spostamento e avanti appena possibile con la ripresa delle attività da troppo tempo ferme. Oggi alla Conferenza Stato-Regioni i governatori avanzeranno le loro richieste per sbloccare la riaperture prima del 30 aprile. Come è noto fino a quella data la zona gialla è sospesa per decreto ma, dati su contagi e vaccinazioni alla mano, è possibile anticipare le riaperture dove i numeri lo permettono. Domani dunque la cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi analizzerà sia le richieste delle regioni che i dati aggiornati sulla pandemia. E’ possibile quindi che già domani verrà annunciato un calendario di massima per il possibile ripristino delle zone gialle (e le conseguenti riaperture) dove i dati lo consentono.
Regioni in pressing ma è improbabile che le riaperture ci saranno prima di maggio
Allo stato attuale però appare improbabile che l’esecutivo accontenti le regioni e riapra prima di maggio. Questo perché il premier deve trovare la quadra tra i “rigoristi” capeggiati dal ministro della Salute Roberto Speranza – contrari alle riaperture prima del tempo – e gli “aperturisti”, guidati dalla Lega, che invece ribadiscono le istanze dei governatori (quasi tutti di centrodestra). Riaperture a maggio dunque, ma tenendo conto dell’andamento della curva epidemiologica e del numero di persone vaccinate. Si ripartirà ovviamente soltanto nelle regioni che avranno dati da zona gialla, ma con ulteriori restrizioni rispetto al passato. “Dobbiamo avere i nuovi parametri per l’attribuzione del rischio”, fa presente il presidente della Liguria Giovanni Toti. La riunione della Conferenza delle Regioni, guidata dal nuovo presidente leghista Massimiliano Fedriga, è in agenda per oggi alle 11. Mentre alle 15 comincia il confronto con il governo.
Le richieste dei governatori
La prima istanza delle Regioni è consentire il ritorno alla libertà di movimento, almeno nelle aree che avranno meno contagi e saranno più avanti con la vaccinazione delle persone anziane e fragili. Stesso discorso per gli spostamenti tra regioni, per ora vietati fino al 30 aprile. Anche su questo fronte permane lo scontro nella maggioranza. E’ plausibile che il divieto non venga rimosso prima del tempo. Tuttavia Draghi sa che deve permettere un minimo di programmazione ai vari operatori nei settori che dovranno ripartire. Ecco perché domani, al termine della cabina di regia, il premier terrà una conferenza stampa con indicazioni sul calendario delle riaperture.
Le linee guida delle Regioni per le riaperture
Dal canto loro, le Regioni hanno definito le loro linee guida, che saranno votate oggi dalla Conferenza. “In questo momento non stiamo affrontando solo un tema economico e lavorativo”, perché “i cittadini non vivono più come un anno fa le misure messe in campo. Dopo un anno di sacrifici, e a volte di drammi, c’è molta ritrosia a rispettare i divieti“, fa presente il governatore del Friuli Venezia Giulia Fedriga. “E allora, io dico: non è meglio cercare di trovare delle regole, anche rigide ma per farle rispettare, piuttosto che mettere dei divieti?“.
Ristoranti aperti anche a cena. Ecco come
Nella bozza che verrà discussa oggi dai governatori le norme per bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie che, se rispettate, “possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo che della cena”. E mantenerlo “anche in scenari epidemiologici ad alto rischio”, a patto che siano fatti screening periodici al personale che non è vaccinato. Tra le altre misure, si prevede di privilegiare la prenotazione, assicurare i due metri di distanza tra i clienti al chiuso e almeno un metro all’aperto. Dopo le 14 la consumazione deve avvenire al tavolo. Si conferma l’obbligo di mascherina per i clienti quando non sono seduti e l’invito a usare menù digitali. Dove non ci sono posti a sedere vanno limitati gli accessi. All’interno, impianti che assicurino un ricambio d’aria importante. Se i ristoranti riapriranno la sera, è chiaro che il coprifuoco – ora in vigore dalle 22 alle 5 – dovrà scattare più tardi.
Palestre e piscine, le condizioni per la riapertura
Stesso discorso per le palestre. Due metri di distanza sia tra chi fa attività fisica, sia dentro gli spogliatoi. Nelle piscine invece la densità di affollamento in vasca si calcola assicurando almeno sette metri quadri di superficie d’acqua a persona. Per gli spettacoli infine un metro di distanza (due senza mascherine), test nelle 48 ore precedenti e prenotazione.
Cinema, teatri e sale da concerto. La proposta di Franceschini
Cinema, teatri e sale da concerto riapriranno dove e quando tornerà la fascia gialla. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ha inviato al Cts un documento in cui chiede di aumentare i posti a sedere e spera che “la risposta sia positiva”. Il piano prevede 500 persone al chiuso e 1.000 all’aperto e un tetto del 50% al coperto, invece che del 25%.
Maggioranza divisa tra chi vuole riaprire subito e chi no
La Lega da settimane spinge per alzare le saracinesche già ad aprile e si aspetta che nella Provincia di Trento i ristoranti all’aperto possano riaprire lunedì 19. Ma a quanto pare si aspetterà maggio e chi ha spazi aperti sarà esentato dal pagamento delle tasse per l’occupazione di suolo pubblico. Intanto Forza Italia oggi alle 11 presenterà il suo piano da consegnare a Draghi, in cui si chiede il ripristino delle zone gialle “lì dove possibile”. Il M5S invece (come il Pd, del resto) sposa ancora la linea dura di Speranza e si rimette alle decisioni del Comitato tecnico-scientifico. “Le riaperture possono essere programmate solo con il supporto del Cts e con l’enorme impegno con cui il ministro della Salute sta affrontando la gestione della pandemia”, fanno sapere i grillini.
Garavaglia: “Riapriamo in sicurezza per non chiudere più”
“L’orientamento del governo è chiarissimo: riaprire con sicurezza, quando ci saranno le condizioni ma dare già delle date e delle certezze perché il sistema economico ha bisogno di certezze e di organizzazione. E anche i cittadini hanno bisogno di capire che orizzonte hanno davanti”. Così il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ospite a Oggi è un altro giorno su Rai1. E ribadisce: “Riapriamo in sicurezza per non chiudere più“. Alla domanda se si pensa di riaprire bar e ristoranti all’aperto, sull’esempio dei pub inglesi ribatte: “Ci sono settori e settori – spiega il ministro leghista – e categorie e categorie. I parrucchieri appena si può, riaprono subito. Ci sono attività che hanno bisogno di tempi e quindi va detto. Le fiere, di cui abbiamo discusso ieri, hanno bisogno di mesi di preparazione, altrimenti salta tutto e si passa all’anno dopo. Tipologia per tipologia bisogna dare il giusto orizzonte e la giusta agenda”.
L’auspicio è che domani Draghi sia più preciso su come e quando riaprire il Paese, perché governatori, associazioni di categoria, lavoratori e cittadini non ne possono più.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
In questa periodo di aperture e chiusure “a yo yo” dire ““Riapriamo in sicurezza per non chiudere più“ mi sembra che sia il “solito” pretesto per spostare le riaperture sempre più in avanti Ovvero: prendere in giro, NON riaprire, anche quando ce ne sarebbero le condizioni. Sappiamo già che sono balle. Non lo sanno nemmeno loro quanto durerà. Quante varianti eccetera.. Anzi.. la storia chiudiamo ora x salvare il natale.. chiudiamo a Natale per salvare la pasqua.. la conosciamo e sappiamo come è andata a finire.
1)basta Guardare la virtuosa Sardegna come è passata velocemente da bianca di nuovo a rossa.
È il “sistema” dello yo yo che ci hanno imposto ad essere così.
2)Anche in Inghilterra non sappiamo quanto dureranno le aperture..
3)è un film già visto: poi danno la colpa ai cittadini “colpevoli” di cercare di tornare alla loro vita, demonizzando anche le persone che passeggiano(senza mai fare niente per i mezzi pubblici.. non sia mai)
4)anche sui vaccini, fanno vedere solo esempi che fanno comodo a loro e che “hanno chiuso” fino all’altro ieri(è un modo di dire )
Non fanno vedere mai il Cile come esempio, che ha vaccinato moltissimo e ha chiuso lo stesso..
5)Non fanno vedere il caso di Barcellona che ha “chiuso” meno di noi ma ha dati migliori.. pur non avendo vaccinato come altri stati.
6)non fanno vedere il numero sterminato di paesi che hanno “chiuso” meno di noi ma hanno dati migliori.. basta vedere le statistiche mondiali per accorgersi dell’atto che la narrazione in TV non è sincera.
Insomma: il gioco ormai è chiaro.. già i virologi da salotto parlano di quarta ondata ad Ottobre. Dopo le riapertura estive. Hanno messo le mani avanti.
Con questo sistema del Nuovo Oridine terapeutico non ci sarà mai una continuità che permetta di svolgere le attività in modo continuativo, ad alcune categorie più penalizzate, è inutile che ci prendono in giro. A meno che non si cambia strada…ma sarà il popolo a doverlo richiedere con forza. Niente verrà ceduto facilmente.
È il mio parere.