Roma, 18 gen – La campagna elettorale per le regionali della Lombardia sbarca su Grindr, l’app di appuntamenti per utenti gay. È l’insolita scelta del consigliere regionale uscente di +Europa e candidato per la lista civica di Majorino, Michele Usuelli.
Usuelli (+Europa) sbarca su Grindr
Tra ammiccamenti e doppi sensi Usuelli ha optato per Grindr al fine di portare avanti la bagarre per le regionali e puntare ai voti della comunità Lgbt, con slogan sopra le righe come “Fallo per me, votami!” e “Chiedimi ciò che vuoi, voglio sbattermi per te!”. Una decisione quella della goliardia che rivendica come un precisa strategia comunicativa: “In politica bisogna anche sorridere”. Ma che ha anche uno scopo politico e rappresenta, a detta dello stesso Usuelli, un modo “per rivolgermi alla comunità di Grindr e, com’è dovere di un consigliere regionale, restituire il lavoro che è stato fatto in questi cinque anni sulla sanità in generale e in particolare sui temi su cui la comunità è più sensibile”. Insomma, anche le app di incontri possono rappresentare serbatoi di voti.
Un modo per arrivare alla comunità Lgbt
Il consigliere regionale uscente rivendica quanto fatto finora: “Sono cinque anni che mi occupo della sanità lombarda in tutte le sue varie declinazioni, anche dei temi che sono sensibili per la comunità Lgbt, che è apertamente osteggiata da Regione Lombardia, tanto che non hanno mai dato in questi cinque anni il patrocinio al Pride”. E punta il dito contro l’attuale giunta anche in merito ad una proposta di legge regionale sull’omotransfobia presentata da lui stesso e dal Cinque Stelle Simone Verni, proposta di legge che, secondo Usuelli, “È stata incredibilmente osteggiata in commissione sanità dalla Lega, quindi non solo non siamo riusciti ad arrivare in aula, ma neppure è stata data la possibilità alle associazioni Lgbt lombarde di partecipare a delle audizioni, come succede sempre”. Chissà quanto saranno contenti gli utenti di Grindr che, al posto di un po’ di divertimento o di un incontro piccante, si ritroveranno il solito pippone sui diritti Lgbt.
Michele Iozzino