Milano, 3 giu – Prima gli immigrati. Sembra essere questo lo slogan (non dichiarato) del Partito democratico. A forza di parlare di «xenofobia», «integrazione», «accoglienza» e via dicendo, i dem devono essersi scordati degli italiani. Almeno è questa l’impressione che si ricava da una delibera approvata dal Municipio 6 di Milano, ovviamente a guida Pd. Di che cosa si tratta? Stiamo parlando del cosiddetto «Patto territoriale», finalizzato – almeno a parole – a contrastare la «segregazione scolastica». In sostanza, spiega l’edizione milanese di Libero, nell’attribuzione di fondi per il diritto allo studio, verranno privilegiate le scuole più «svantaggiate», e cioè a più alta concentrazione di stranieri. Detto in parole povere: verranno dati più soldi alle scuole con più immigrati.
Fuga dalle scuole piene di immigrati
La situazione è la seguente: in alcune scuole è molto alto il tasso di immigrati, che spesso neanche conoscono la lingua italiana, e pertanto rallentano i programmi; di conseguenza diversi genitori preferiscono far studiare i loro figli presso istituti privati o scuole di altri municipi. Per contrastare questa tendenza (fisiologica e legittima), il Pd ha quindi deciso di approvare la controversa delibera, il cui obiettivo – a quanto si legge nel documento – è quello di «favorire, tra le diverse autonomie scolastiche, un maggiore equilibrio nella loro composizione socio-economico-culturale, al fine di garantire le pari opportunità educative a tutti i minori nel rispetto del principio di equi-eterogeneità nella formazione delle classi». Con l’obbrobrio linguistico «equi-eterogeneità», i dem milanesi intendono proprio questo: dare più soldi alle scuole con più immigrati.
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La risposta dell’opposizione al Pd
La delibera – come c’era da aspettarsi – non è affatto piaciuta ai consiglieri di opposizione: «Siamo al paradosso: prima realizzano quartieri ghetto e poi si lamentano del fatto che molte famiglie decidono di non andare nelle scuole del proprio bacino», ha tuonato Riccardo De Corato, esponente di Fdi e assessore regionale alla Sicurezza. «La chiamano segregazione scolastica – prosegue De Corato – e scrivono che è la conseguenza di una fuga degli italiani verso le scuole private e quelle a forte dominanza di italiani, che ha come esito la netta separazione tra gli alunni di classe sociale elevata e quelli stranieri o quelli svantaggiati socialmente. Nessun cenno ai veri problemi di molte scuole a concentrazione straniera, ovvero la lentezza dei programmi, visto che molti alunni non sanno l’italiano».
Elena Sempione