AGGIORNAMENTO ORE 20: Ignazio Marino ha rassegnato le dimissioni. Roma è libera.
Roma, 8 ott – Ignazio Marino è sempre più solo. Praticamente l’unico a credere ormai in sé stesso. Dove non poterono Mafia Capitale, le trasferte a Philadelphia, la sciagurata gestione della città, arrivarono gli scontrini e le spese personali con la carta di credito del Comune.
Marino scaricato da tutti
Non bastano le retromarce tardive, non basta la promessa di restituire il “maltolto” – 20mila euro, peraltro solo una parte delle tante spese presunte “di rappresentanza” – per convincere il resto della giunta a non lasciare la barca che sta affondando. Prima Renzi, tenutosi a debita distanza nei mesi scorsi ma ora deciso ad intervenire in pressing sul presidente del Pd, Matteo Orfini, poi una buona parte della giunta capitolina: si sono infatti appena dimessi Stefano Esposito e Marco Rossi-Doria, rispettivamente assessore ai trasporti e all’istruzione del comune di Roma. Entrambi erano stati nominati solo il 28 luglio scorso, a seguito del rimpasto.
Il cerchio attorno a Marino si stringe
Fra i dimissionari anche il vicesindaco Marco Causi. Sia Causi che Esposito che Rossi-Doria sono tutti esponenti del Partito Democratico, principale puntellatore della giunta durante la tormentata estate. Segno che si sta stringendo il cerchio attorno al sindaco. “È finita. Si va a casa”, avrebbero commentato dal Pd. Sembra che ci si attenda un passo indietro da parte di Marino attorno alle ore 16, altrimenti la riunione convocata da Orfini e Paolo Cento di Sel dovrà esprimersi sulla probabile sfiducia al primo cittadino.
Roma affidata a Gabrielli?
In vista di un – a questo punto più che probabile – commissariamento della capitale, si fa strada l’ipotesi di affidare le redini del comune all’attuale prefetto, Franco Gabrielli, che dovrebbe fungere da traghettatore fino al maggio 2016. E non è da escludere anche probabile candidato, si vocifera.
Il presidio di Sovranità
Intanto, in piazza del Campidoglio si è radunato un presidio spontaneo di una cinquantina di militanti di Sovranità – Prima gli italiani. Presente il presidente del movimento, Simone Di Stefano, che commenta: “Se prima Marino poteva essere salvato perché era ingenuo e incapace, ora viene a cadere anche questa scusa: oltre ad essere ingenuo ed incapace, è anche un ladro. L’unica soluzione sono le dimissioni”.
Giuliano Lebelli