Roma, 18 mag – “Parisi è per le adozioni gay e per accogliere tutti, abbiamo un modello antropologico diverso. Nelle case popolari devono venire prima gli italiani. Il vero razzismo è il buonismo, non CasaPound”. Parole e musica di Nicolò Mardegan. Che si candida a sindaco del capoluogo lombardo con la lista “Noi per Milano”. E guarda già oltre: “sta già nascendo Noi per l’Italia”.
Può raccontarci quale è stato il suo percorso politico?
A diciotto anni sono stato eletto per la prima volta in Consiglio di Zona 8 del Comune di Milano dove sono sempre stato riconfermato con il maggior numero assoluto di preferenze. Dal 2004 al 2010 ho ricoperto il ruolo di rappresentante degli studenti nel consiglio di facoltà di Giurisprudenza. Nel 2009 sono stato eletto Consigliere della Provincia di Milano, e mi sono occupato da allora specialmente di urbanistica, housing sociale, famiglia e cultura. Nel 2013 mi sono candidato in Regione. Poi ho incontrato la politica autoreferenziale dei soliti burocrati. A quel punto o molli o crei una tua associazione per cambiare le cose. Milano è da sempre un laboratorio politico e speriamo possa esserlo anche stavolta. È per questo che abbiamo creato “Noi per Milano”. Non solo: sta già nascendo “Noi per l’Italia”…
Qual è la ratio politica di questa esperienza?
Noi crediamo che in Italia la destra debba rinascere. Il centrodestra ha già governato e ha già fallito. Prima c’era Berlusconi che faceva da sintesi, ora ci sono solo gli avvoltoi che erano attorno a lui, che non hanno consenso e non hanno progetti. Con il nostro movimento vogliamo che i senza voce diventino portavoce.
Cosa vi distingue dalla destra di Parisi?
Un modello antropologico diverso. Parisi ha già detto che è favorevole alle adozioni gay. Ha detto che dobbiamo accogliere tutti gli immigrati. Noi abbiamo altri progetti per Milano. Intanto vogliamo frenare l’emigrazione dei nostri giovani verso le capitali europee: se i giovani se ne vanno, chi resta a Milano, solo gli anziani? Vogliamo il quoziente familiare: più figli, meno tasse. Vogliamo case popolari, ma con un cambio nella modalità dell’assegnazione: prima devono venire gli italiani. Vogliamo intervenire anche sulla sicurezza: basta con il buonismo del Partito della Nazione di Renzi e Alfano.
Come nasce la collaborazione con CasaPound?
Nasce da una convergenza sui programmi. Su molti temi l’attenzione che portiamo è la medesima. Si tratta comunque di una destra sociale attenta agli ultimi, anche se CasaPound non è propriamente di destra, che invece è la definizione che amo usare per le mie idee. Bisogna far cadere il pregiudizio: ci sono temi che CasaPound tratta e Parisi no. L’ho già detto, lui vorrebbe accogliere tutti. Questo buonismo è il vero razzismo. Il buonismo è razzista, non CasaPound.
A che risultato puntate e cosa farete al ballottaggio?
Noi ovviamente puntiamo ad andare al ballottaggio con Sala. Se questo non avverrà saremo comunque la forza libera dalla quale nascerà la buona politica. Cosa faremo al ballottaggio non lo so, ancora nulla è deciso. Essere l’ago della bilancia sarebbe per noi già una vittoria.
(a cura di Adriano Scianca)