Roma, 12 mag – E così, dopo il discorso strappalacrime sulle canne che rovinano i giovani, dopo la fuga in avanti anti-gay (“se sarò sindaco non celebrerò matrimoni omosessuali”), Alfio Marchini ha calato l’asso per conquistare definitivamente l’elettorato di destra: l’elogio di Benito Mussolini. “Era il 1968 – ha raccontato il costruttore ai candidati comunali e municipali della lista Storace in adorante ascolto – mio nonno viene invitato alla facoltà di Architettura a Valle Giulia.Gli hanno chiesto, alla fine della lezione, chi è il più grande urbanista in questa città? Ha risposto che era Benito Mussolini. ‘Voi siete giovani ma non perdete mai di vista la realtà’, gli ha detto. Ed è per questa lezione che ho deciso di fare politica”. Non sappiamo a quale nonno si riferisse Marchini, forse parlava del suo omonimo, il partigiano gappista. Suggeriamo comunque al candidato altre dieci mosse per rendere il suo matrimonio con gli ex neofascisti ancor più stabile e duraturo.
1. Spaccare la chitarra in testa a un suonatore ambulante incrociato sotto la metro, dicendo in favor di telecamera che quella è musica da finocchi.
2. Mettere alle convention la discografia completa di Lucio Battisti, ammiccando con fare complice al verso “planando su boschi di braccia tese”.
3. Interrompere un intellettuale durante un talk show con la frase “ma perché non pensi anche alla fregna ogni tanto?”.
4. Tessere, nel mezzo di un comizio, un elogio dei carabinieri, buttando lì come se nulla fosse che bisognerebbe affidar loro il potere per un po’, affinché facciano un po’ di pulizia.
5. Concludere gli status di facebook con “nobis”.
6. Organizzare una serie di ricevimenti strategici nei salotti della vecchia aristocrazia nera. Sbilanciarsi allusivamente sul fatto che “stiamo tornando”.
7. Comprare stivali a punta, Rayban e giacchetto di renna. Controllare sui film di Lizzani in caso di dubbio.
8. Portare un giovane maschio a puttane affinché conosca le cose della vita e impari ad amare le donne, sia mai che diventi frocio.
9. Affermare con la massima serietà che il vero centro culturale del Paese è il Salone Margherita.
10. Proporre l’introduzione della pena di morte. Doppia pena di morte per i camerati traditori, tipo quelli che occupano proditoriamente gli stabili lasciati vuoti dagli onesti costruttori.
Adriano Scianca
4 comments
Sembra un’articolo di ”Lercio” ma hai colpito nel segno… Si vive di populismo spicciolo e soggetti come Marchini ci sguazza allegramente senza ritegno… I peggiori sono quelli che ne rimangono ammaliati!
PS il punto 3 mi ha ammazzato… sopratutto immaginandomi il contesto!
Si, il punto 3 è bellissimo!
…la distinzione tra “famiglia (naturale)” e “unioni gay” è forse l’unica uscita felice di Marchini!
purtroppo manca: “…. sì, ma i marò? Vogliamo finalmente parlarne?”