Roma, 26 mag – Poche cose riescono a rappresentare al meglio la bolla di retorica, irrealtà e ideologia in cui vivono i nostri governanti della discussione in atto sullo ius soli. Mentre l’Europa è sotto attacco, mentre fioccano gli attentati commessi sempre più spesso da “nuovi europei”, il Parlamento italiano non ha altro di meglio da fare che introdurre anche da noi la legge suicida che ha fatto sì che Salman Abedi fosse considerato un “inglese” e Salah Abdeslam un “francese”. È come distribuire cerini accesi in una stanza in cui c’è una fuga di benzina.
Perché sì, va detto con la massima chiarezza, c’è, in Europa, un modello che ha fallito e che sta esplodendo, e questo modello passa anche e soprattutto per lo ius soli. Se in Francia ci sono quindicimila (!) “francesi” arruolabili nei ranghi dell’Isis e qui in Italia abbiamo tutt’al più estremisti isolati o jihadisti di passaggio non dipende solo dall’utilizzo del nostro Paese come canale di transito per terroristi, ma anche dal fatto che la nostra immigrazione è più giovane e, prima dell’accelerata di questi ultimi anni, era anche meno consistente di quella dei Paesi del nord Europa. Ma l’invasione migratoria più lo ius soli possono ben presto trasformare la nostra società.
Eppure la sinistra da questo orecchio non ci sente. Continua, anzi, a ribaltare la realtà: la vera emergenza, infatti, sarebbe il NON avere lo ius soli. Leggiamo come Repubblica presenta la calendarizzazione al Senato della legge sul cambio di cittadinanza per il 15 giugno: “Renzi e il Pd vogliono cancellare l’anacronismo della cittadinanza legata allo ius sanguinis, ovvero il criterio per cui sono cittadini italiani solo i figli di italiani. Ottocentomila ragazzi, italiani di fatto ma non di diritto”. Ora, già in passato avevamo dimostrato numeri alla mano come la tendenza globale degli ultimi decenni sia verso una riduzione degli ordinamenti basati sullo ius soli. Anacronistica, quindi, è la nostra ossessione per un cambio di legge in questo momento, che va esattamente nella direzione contraria a quella in cui il resto del mondo sta andando. E va anche in direzione contraria a quanto suggerisce la razionalità e l’osservazione del fallimento multirazziale del resto d’Europa. Che esistano “italiani di fatto ma non di diritto” è una congettura di Repubblica. Che lo ius soli crei “italiani di diritto, ma non di fatto” è invece una previsione sin troppo suffragata dalle precedenti esperienze internazionali. L’appartenenza a una nazione è una cosa seria, non un cavillo burocratico che si possa “semplificare”. Repubblica e il Pd possono anche fare propaganda sulla questione, ma la realtà, un giorno o l’altro, si preoccuperà di venire a chiedere il conto.
Adriano Scianca
3 comments
far finta che il figlio di due africani o cinesi o pakistani nascendo qui DIVENTI italiano implica sottotraccia il pensiero che la nazionalità e l’identità profonda di quei genitori stranieri sia un qualcosa di cui vergognarsi e da dover nascondere al più presto dietro ad un passaporto nuovo di zecca, a mio avviso.
poi…ma questi qui non dovrebbero essere quelli tutti “no borders” e “cittadini del mondo” ?
che senso ha quindi voler riaffermare una identità nazionale su un documento quando la si vorrebbe eliminare territorialmente dai confini geografici ?
Il più grave pericolo per il nostro Paese degli ultimi decenni è rappresentato da questi sinistri personaggi radical chic, con “fazzoletto rosso”al collo di partigiana memoria, portafoglio pieno di carte di credito (magari di papà) ed enormi sensi di colpa (ma perchè?) che vogliono attenuarsi facendo gli umanitari isterici e gli acriticamente accoglienti… naturalmente con il sedere degli altri (Italiani)
Secondo i buonisti chi è contro lo “ius soli” è un razzista, talvolta può anche essere vero, ma le balle che raccontano costoro per infinocchiare e commuovere l’opinione pubblica (ignorante) sono infinite…eccole:
1) non è vero che la maggiorparte dei Paesi europei(UE) hanno lo “ius soli” (anche quello “temperato”), anzi sono una netta minoranza: Germania, Portogallo, Spagna e Regno Unito e Francia (ma alcuni con forti limitazioni). Non paragoniamo gli Stati Uniti nati da colonizzazione
2) non è vero che il minore privo di cittadinanza non abbia tutti i diritti, ha solo degli adempimenti burocratici e l’onere (al compimento dei 18 anni) di fare domanda di cittadinanza entro 1 anno
3) Molti minori diventano italiani ben prima dei 18 anni o perché diventano italiani avendo 1 o entrambi i genitori divenuti tali o perché nati in italia o perché figli di cittadini UE (la legge la concede in minor tempo)
Chiediamoci allora a cosa serva “accorciare i tempi” con lo “ius sola”: a sanare i genitori pregiudicati (che per legge non possono ottenere cittadinanza) o a gente che perdendo il lavoro potrebbe non vedersi rinnovato il permesso di soggiorno da disoccupato, a introdurre un automatismo di cittadinanza (per il minore), a facilitare i riavvicinamenti familiari di clandestini utilizzando in famiglia il “perno ” del neo italiano INSOMMA UNA TRUFFA spacciata per progresso…per drenare nuovi voti e rendere impossibile la lotta ai clandestini