Roma, 9 ago – Renzi e Berlusconi riconoscono i segni dell’antica fiamma: Fi e Pd approvano il ddl Boschi, in un’aula semideserta, con 183 voti a favore e 4 astenuti. Gioisce Matteo su Twitter a ritmo di hashtag: “Nessuno potrà fermare il cambiamento”. Esulta Alfano, ma soprattutto Berlusconi che raccoglie i frutti della sua finta opposizione al Governo.
A dire il vero, i 40 articoli del ddl Boschi, che prevede la riforma del Senato, non erano graditi nemmeno ad alcuni deputati di Pd e Fi. Tra i “democratici” si sono contate 14 defezioni, 19 tra gli “azzurri”, tra i quali Augusto Minzolini che ha dichiarato: “Non voterò e uscirò dall’Aula al momento del voto. Spero che nell’iter della Riforma la sapienza si sostituisca all’insipienza. Sono allibito” . Lega, Sel e M5S non hanno partecipato al voto in segno di protesta. Calderoli, relatore, si è astenuto. Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia, chiosa: “Questa riforma porta due firme: quella di Matteo Renzi e quella di Silvio Berlusconi”. Romani ha inoltre rivendicato il ruolo fondamentale di Forza Italia nella cooperazione con il Pd.
La riforma prevede la modifica del titolo V con l’abolizione delle Province, una riduzione delle autonomie locali, e la possibilità di commissariare le Regioni in dissesto finanziario. Ci saranno 95 senatori nominati dai consigli regionali e 5 di nomina presidenziale. Per le leggi di iniziativa popolare non saranno più necessarie 50 mila firme ma 150 mila.
Il voto di ieri rispecchia pienamente il dramma pirandelliano di questa Italia: Renzi, che inizia a perdere consensi, non avrebbe la maggioranza se non si alleasse con chi fingeva di fargli la guerra. Gli elettori di Pd e Fi sono furenti. Mentre giungono i dati della peggior situazione economica degli ultimi 14 anni, la disoccupazione giovanile è ai massimi storici, per il Governo la battaglia della vita è la riforma del Senato.
1 commento
[…] Ma non erano nemici? […]