Home » L’eterno ricatto dell’antifascismo, un circolo vizioso che non avrà mai fine?

L’eterno ricatto dell’antifascismo, un circolo vizioso che non avrà mai fine?

by Marco Battistini
0 commento

Roma, 21 mar – In psicologia si definisce circolo vizioso quel particolare processo cognitivo che per sua stessa natura non potrà mai essere portato a compimento. Reazioni comportamentali che si susseguono circolarmente, dettate da paure che nel breve termine sembrano così diminuire. Per crescere, al contrario, sempre di più nel lungo periodo. Algoritmicamente parlando potremmo definirlo come un infinito numero di operazioni necessarie a risolvere un problema (al quale ovviamente – piccolo spoiler – non si troverà mai il bandolo della matassa). Situazioni descritte al meglio in politica dall’eterno ricatto dell’antifascismo.

Come funziona il giochino

Come funziona il “giochino”, ormai, dovrebbe essere noto a tutti. Più ci si distanzia temporalmente dal fascismo – ovvero dalla sua manifestazione storica tra le due guerre mondiali – più certa vulgata sente il bisogno di farne prendere forzatamente le distanze a chicchessia. Anche in maniera del tutto fuori contesto, frequentemente con modalità al limite del grottesco

Talvolta verrebbe da farsi una sonora risata, se non fosse che le cronache sono piene di personalità che – alla fine della fiera – si sono piegate alle strambe richieste dell’avversario politico di turno. Come? Non solo accettando l’eterno ricatto e facendo pubblica dichiarazione di antifascismo. Ma anche parlando un linguaggio preconfezionato, ragionando esclusivamente su schemi già imposti da altri, trasmettendo quella sensazione di sentirsi costantemente in difetto verso il proprio passato.

Tagliare il cordone ombelicale?

Così, per alimentare i propri fantasmi, il circolo vizioso continua a ingrossarsi. Succede quindi che a un certo punto le risorse su cui ha sempre fatto affidamento non bastano più. Intervistato nella giornata di ieri da Repubblica, Federico Fornaro – il deputato dem scoppiato in lacrime dopo l’attacco frontale di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene – l’ha fatto capire chiaramente, chiedendosi “quando questo mondo taglierà il cordone ombelicale con la cultura della destra missina”. 

Insomma ieri a dar fastidio era la camicia nera, oggi anche la fiamma tricolore del Movimento Sociale Italiano. Un partito, vale la pena ricordarlo, inserito fin dalla sua nascita nel contesto istituzionale democratico. In un domani non così lontano – mettendoci nei panni di facili profeti – verrà pretesa pure l’abiura nei confronti della borghesissima esperienza di Fratelli d’Italia?

L’eterno ricatto dell’antifascismo

Domanda retorica, perché agli occhi del ricatto antifascista ci sarà sempre quel “peccato originale” da scontare. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, dice il proverbio: per qualcuno alla nostra sinistra, chi si fa carico di tramandare (o quantomeno di non rinnegare) certa storia non dovrebbe nemmeno avere diritto di parola. Per chi non l’avesse già fatto, vale quindi la pena prendere appunti. 

Inseguire la retorica antifascista oltre che inutile, ai fini dell’agibilità politica – a quanto pare – risulta pure dannoso. Infischiarsene potrebbe essere la risposta giusta. Anche per mettere fine a quell’odioso circolo vizioso…

Marco Battistini

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati