Roma, 10 feb – Settimana del Ricordo infuocata, a seguito del comunicato diramato dall’Anpi il 5 febbraio, chiedendo “verità storica” mettendo in luce, a loro dire, le “gravissime e ancora sottaciute responsabilità del fascismo”.
Un controsenso della storia
Fascismo che resta, dunque, ossessione dei nipoti dei partigiani, i quali riescono ad affibbiare a questo pure una strage ad opera dei propri avversari politici. Ossia, coloro dei quali l’Anpi richiama l’eredità. Sono proprio, come risaputo, i “Partizani” di Tito gli artefici di un massacro a lungo taciuto e di cui stiamo ancora contando le vittime. Ma non si sono fermati a un semplice comunicato: Anpi e antifascisti vari hanno infatti dato il peggio di sé lungo tutto lo scorso fine settimana.
L’imbrattamento della foiba di Basovizza
È infatti notizia di sabato il vergognoso lordaio della Foiba di Basovizza, ad opera delle sigle antifasciste slovene. “Smrt fasizmu” e “Svoboda narodom” alcuni degli sfregi atti ad insudiciare un monumento nazionale. Ferma la condanna del primo ministro Meloni, mentre la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti e l’assessore regionale del Friuli Venezia-Giulia Fabio Scoccimarro sono accorsi a monitorare la situazione, con le scritte che sono state prontamente ripulite.
L’agghiacciante comunicato della rete antifascista pavese
“Celebrazione carica di ambiguità e vittimismo”, “normalizzazione del pensiero fascista”, è così che la rete antifascista di Pavia ha apostrofato la commemorazione per il Giorno del Ricordo ad opera dal Comitato 10 Febbraio. Il comune di Pavia, con in testa il sindaco Lissia, non ha concesso il patrocinio comunale all’evento, costretto dalla prefettura alla militarizzazione come per quelli dedicati ad Emanuele Zilli. “L’obbiettivo” scrivono gli antifascisti, citando da La Provincia Pavese, “è ricordare i fascisti e i nazisti uccisi a Trieste e in Slovenia alla fine della guerra, cercando una parificazione di ideologie”. Ignobile anche la scritta ad opera dell’azione antifascista Milano: “10/02, ma quale Giorno del Ricordo, l’unico fascio buono è quello morto”.
La delirante conferenza dell’Anpi a Piacenza in occasione del Giorno del Ricordo
Non ultimo, sempre nella giornata di sabato 8 febbraio la sezione piacentina dell’Anpi ha organizzato un convegno dal titolo “dalla Foiba di Basovizza ai lager del Duce ad Arbe”, giustificando la tragedia delle Foibe con “20 anni di oppressione fascista delle popolazioni slave culminate nei lager del 1941 e il sostegno all’occupazione nazista”. Stessa tesi, sostanzialmente, di vari storici revisionisti già noti, soliti a farsi foto con le bandiere jugoslave e i busti di Tito.
Bufera nella città emiliana. La sezione piacentina di CasaPound ha affisso uno striscione recitante “Revisionismo e sfregio ai Martiri delle Foibe – Anpi vergogna d’Italia”, dichiarando in una nota “avendo superato ormai la fase del negazionismo, l’Anpi cerca di monopolizzare il Ricordo. Curioso che proprio loro, che per anni hanno negato questa tragedia, adesso si dichiarino intenti a voler fare luce”. Comico, come nella città che, giusto giorni fa approvava il bollino antifascista, certe tesi possano essere sostenuti in una sala pubblica. “Sappiamo inoltre – conclude CasaPound Piacenza – che questa amministrazione compiacente alle menzogne dell’antifascismo non muoverà un dito per fermare questa ennesima vergogna”.
Condanna anche da parte del capogruppo di Fdi in consiglio comunale Sara Soresi, in aperto dissenso con l’evento. Citando la stampa locale, Soresi ha definito l’evento “inaccettabile” e ha accusato l’Anpi di distorcere il significato del Giorno del Ricordo: “le dichiarazioni dell’Anpi giustificano la violenza partigiana. Pensare che queste persone vanno a sostenere certe tesi nelle scuole fa rabbrividire”.
Patrizio Podestà