Roma, 10 ago – La stagione dei patti fra maggioranza e opposizione non è finita? Così si direbbe a sentire le parole del leader della Lega Nord Matteo Salvini che, terminata l’esperienza Renzi – Berlusconi, si candida come controparte per una nuova inedita alleanza di scopo.
“Il nuovo patto del Nazareno lo faccio io“, ha spiegato il segretario del Carroccio intervistato da Libero. Al netto della boutade, restano comunque alcuni punti importanti. Salvini non chiude infatti aprioristicamente la porta a qualsiasi forma di dialogo: “Sui temi quali l’embargo russo, gli studi di settore, la legge Fornero e le tasse io mi siedo al tavolo con chiunque“, spiega. Quattro fra i punti più importanti delle più recenti battaglie leghiste. Non compare invece l’immigrazione, probabilmente perché dall’altra parte la sensibilità è un tantino diversa.
“Magari -precisa Salvini- non chiamiamolo proprio Patto del Nazareno, che suona male. Comunque, avendo la Lega come priorità bene del Paese, l’ideale sarebbe andare al voto. Subito. Ma mi pare che siamo gli unici a volerlo, a questo punto vanno bene anche le alleanze strategiche solo su temi che per noi sono prioritari”. E ancora: “Non mi fido di Renzi, se domani però mi telefonasse e mi dicesse che le priorità di governo non sono più lo ius soli, o le unioni gay; e parliamo di lavoro e tasse, io prendo la macchina, il treno, l’aereo e vengo giù a Roma, subito. Anzi, guardi, ci vengo a piedi. Il resto non conta”.
Più che una proposta, l’idea di Salvini assume così sempre più i contorni della provocazione con l’obiettivo di puntare il dito contro Parlamento e Governo che si occupano di temi del tutto avulsi dalla realtà sociale dell’Italia: “Non vedo la coda di gente al bar che mi avvicina e mi dice: Forza Salvini, andate avanti sul Senato elettivo…“.
Roberto Derta
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