Lo scorso 14 luglio è morto Eugenio Scalfari. Ci mancherà. Non è una frase di circostanza, né l’omaggio furbetto di qualche segretario di destra che ancora non ha imparato l’abc della lotta politica. Scalfari ci mancherà non per l’acutezza delle sue idee, che non aveva, o per la sua onestà intellettuale, che gli faceva difetto. Ci mancherà perché, negli ultimi anni della sua vita, è stato una miniera di rivelazioni. I vecchi, si sa, tornano sempre un po’ bambini, e hanno il vizio di dire la verità, o comunque ciò che pensano. Senza filtri, senza infingimenti, senza peli sulla lingua.
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di agosto 2022
Gli ultimi editoriali di Scalfari, infatti, hanno spesso avuto il merito di mettere nero su bianco il «non detto» della sinistra. La comunicazione politica, cioè la «propaganda», ha le sue regole e la sua grammatica. In molti casi deve abbellire, dissimulare, sviare. Tutte cose che Scalfari non sapeva – o non voleva – più fare.
Tutti meticci
Forse vi starete chiedendo che diavolo c’entra Scalfari con lo ius soli. C’entra, c’entra eccome. Era il 2017 e, nel suo infantilismo senile, il fondatore dell’Espresso scrisse a chiare lettere: «Ma se invece di ragionare su un processo millenario ragioniamo di un processo di pochi secoli, allora l’Africa diventa un elemento positivo, che va aiutato in tutti i suoi problemi. E non solo l’Africa, ma tutti i popoli migranti che hanno di mira Paesi di antica ricchezza, con i quali convivere nel tentativo di ridurre le disuguaglianze. La vera politica dei Paesi europei è quindi d’essere capofila di questo movimento migratorio: ridurre le diseguaglianze, aumentare l’integrazione. Si profila come fenomeno positivo, il meticciato, la tendenza alla nascita di un popolo unico, che ha una ricchezza media, una cultura media, un sangue integrato. Questo è un futuro che dovrà realizzarsi entro due o tre generazioni e che va politicamente effettuato dall’Europa. E questo deve essere il compito della sinistra europea e in particolare di quella italiana».
Fregandosene altamente di ogni etichetta, Scalfari ci ha mostrato in poche righe quello che la sinistra globalista pensa davvero. Le migrazioni di massa del XXI secolo verso il Vecchio continente, per i cosmopoliti di casa nostra, rappresentano la proverbiale manna dal cielo. Il paragone biblico non è qui utilizzato a caso: se certamente si tratta in parte di un fenomeno spontaneo (milioni di disperati alla ricerca di fortuna nei Paesi più ricchi), per un’altra parte abbiamo a che fare con un processo che viene foraggiato in tutti i modi da una sinistra che ha finalmente trovato il suo nuovo agente messianico. Che non è più il proletariato o la classe operaia, ma appunto il «migrante».
Scalfari, peraltro, non fa nulla per nascondere la natura progettuale del meticciato planetario. Parlando di «compito della sinistra» e di «futuro che va politicamente effettuato», il messaggio è chiarissimo: non basta più accogliere i migranti che sbarcano in Europa, ora bisogna pure andarli a prendere in Africa per ridare linfa a popolazioni sempre più sterili ed esangui. Solo così sarà possibile «ridurre le diseguaglianze» e «aumentare l’integrazione».
Ius soli: una priorità assoluta
Scalfari è il profeta, ma ci sono anche legioni di apostoli. Lo ius soli, e quindi il meticciato, è infatti un’urgente priorità della sinistra. Che, come al solito, è pronta ad andare fino in fondo a prescindere dal consenso popolare che, su questa materia, non c’è. A mo’ di esempio, basti pensare a Pier Luigi Bersani che nel 2019, a Stasera Italia (Rete4), disse chiaro e tondo: «Io, fossi al governo, faccio subito lo ius soli. È contrario a quello che pensa l’80% degli italiani? Non me ne frega assolutamente niente».
Ai tempi del governo Gentiloni, in realtà, il Pd ci aveva provato a far passare la riforma della cittadinanza. Ma si era a fine legislatura e, di fronte alle veementi proteste popolari, non se ne fece nulla: i dem erano già a pezzi nei sondaggi e, con le elezioni alle porte, approvare lo ius soli senza consenso avrebbe significato mettere la pietra tombale su un partito già in grande difficoltà. Eppure, di acqua ne è passata sotto i ponti da quell’estate del 2017. Adesso, con un…
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” basti pensare a Pier Luigi Bersani che nel 2019, a Stasera Italia (Rete4), disse chiaro e tondo: «Io, fossi al governo, faccio subito lo ius soli. È contrario a quello che pensa l’80% degli italiani? Non me ne frega assolutamente niente”
MAPPORK….
non sono per niente d’accordo:
l’italia E’ DEGLI
ITALIANI,
ANCORA.
e se non lo capite per via democratica e pretendete di imporci queste schifezze,va a finire che
ci scappa la pazienza ve lo facciamo capire a scarpate nel culo:
sono chiaro,bersani?
dopo non dite che non lo sapevate,che ne abbiamo piene le tasche del vostro schifoso modo di fare….
[…] semplice atto né un luogo di nascita, ma qualcosa di incredibilmente più complesso e profondo. Non è acqua, per usare parole già espresse su queste pagine. Eppure l’ideologia dittatoriale dello ius […]