Roma, 2 gen – Non giungono inattesi i risultati del Rapporto sulla Coesione Sociale, stilato da Istat, Inps e Ministero del Lavoro. I sedicenti salvatori della patria hanno fallito, questa è l’Italia più povera dal 1997: il 15,8% degli individui vive al di sotto della soglia di povertà, un pensionato su due vive con meno di mille euro al mese, calano i posti fissi per i lavoratori under 30. Solo la Grecia sta peggio di noi.
Proprio nel giorno in cui giornali e notiziari annunciano con sommo gaudio che lo spread ha raggiunto quota 216 (la più bassa dal 2011), l’Istat rivela che i poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati al nord Italia. A testimonianza del fatto che l’economia finanziaria ha dettato la politica delle nazioni, pur essendo totalmente scollata dall’economia reale.
Secondo il rapporto, “Sono oltre 47,6mila le persone senza dimora […]. La perdita di un lavoro (riguarda il 55,9% dei senza dimora), si configura come uno degli eventi più rilevanti del percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di senza dimora,insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli (54,4%)”.
Dal rapporto emerge inoltre che la disoccupazione giovanile, che ha raggiunto quota 41%, è aumentata del 14% dall’inizio della crisi. Inoltre, nonostante l’aumento delle tasse, dal 2011 le retribuzioni dei lavoratori sono rimaste pressoché immutate: l’aumento medio degli stipendi mensili è di soli 4 euro.
Pesano anche i continui tagli all’istruzione pubblica e l’assenza di lungimiranza nelle varie riforme della scuola: i laureati faticano a trovare un impiego, quindi la scuola, che non offre un futuro, viene abbandonata: nel rapporto si legge: “la quota di popolazione 18-24 anni con al più la licenza media e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni è pari al 18% in Italia, con una differenza negativa rispetto alla media UE 27 di oltre 4 punti percentuali”. Insomma, lavoro, scuola e casa, tutti diritti garantiti e tutelati dalla Costituzione, sono ormai dei miraggi per gli italiani”.
Gli ultimi 15 anni di politica sono stati caratterizzati da manovre di liberalismo spericolato, privatizzazioni e delegazioni di sovranità. Il risultato è che l’Italia non è mai stata così povera dal 1997. Sicuri che ci voglia “più liberalismo” per uscire dalla crisi?
Michael Mocci