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Aria di governo tecnico? De Benedetti pronto a mollare Renzi

by Nicola Mattei
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Roma, 10 lug – Carlo De Benedetti, fra i veri dominus della politica italiana dagli anni ’80 e ’90 ad oggi, è pronto a rimangiarsi la sua scommessa di sostegno al presidente del consiglio Matteo Renzi. E lo fa in uno dei momenti più delicati per l’esecutivo, con la crisi delle banche che morde forte e la Troika in agguato dietro l’angolo pronta a muoversi al primo impulso da parte dell’Unione Europea, sfruttando proprio il grimaldello di Montepaschi e degli altri istituti in difficoltà.

De Benedetti non ama però confondersi con la massa, non ama apparire e, se lo fa, cerca sempre di sembrare il più defilato possibile. Per cui, se a far soffrire l’inquilino di Palazzo Chigi sono le sofferenze bancarie che rischiano di mandare il governo gambe all’aria, il sicuro rifugio per abbandonare la nave senza dare troppo nell’occhio è puntare su qualcosa d’altro, ad esempio la riforma costituzionale. De Benedetti la apprezza, giudicando quello voluto da Renzi “un cambiamento cinicamente violento ma assolutamente utile al Paese”, anche se a preoccupare l’imprenditore (passateci il termine, per uno che ha prodotto più “carta” che beni tangibili) è l’Italicum. Secondo l’editore di Repubblica la nuova legge elettorale “consente a una minoranza anche modesta di prendersi tutto, dalla Camera al Quirinale ed è un pericolo che l’Italia non può correre”. E’ per questo che, se non cambia la legge elettorale, De Benedetti è pronto ad annunciare il suo voto contrario al referendum autunnale sulle modifiche alla costituzione.

Secondo un anonimo dirigente della minoranza Pd, riportato da Il Giornale, questa sarebbe per Renzi “la conferma che anche ambienti che lo hanno sostenuto dalla prima ora si stiano defilando e lo isolino”, forse proprio per riposizionarsi in caso di cambio di governo. L’ex sindaco di Firenze non sembra averla presa bene, anche se dai suoi collaboratori c’è chi vede nelle parole di De Benedetti uno sprone ad andare in fondo con le riforme. C’è un però: la riforma della costituzione e la nuova legge elettorale sono due elementi senza alcun collegamento fra loro, dato che gli iter sono del tutto separati dal punto di vista burocratico e uniti politicamente solo dalla volontà del premier. Il fatto di metterli in stretta correlazione – appunto come fa De Benedetti – fa sorgere più di qualche sospetto.

Nicola Mattei 

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1 commento

Cesare 10 Luglio 2016 - 12:31

Forse Renzi ha perso il supporto della potentissima lobby sionista rappresentata da De Benedetti.Lobby sicuramente favorevole alla immigrazione selvaggia(finanziata senza limite e fuori dai parametri della legge di stabilità dalla BCE privata dei banksters stranieri) dato che i sionisti sono per le guerre di religione al fine della vittoria finale di quella che questi deviati considerano la razza eletta: la loro!!

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