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Il generale Vannacci e il (grave) errore di Crosetto

by Lorenzo Zuppini
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Roma, 23 ago – Ci voleva un militare, nello specifico il generale Roberto Vannacci, per mettere nero su bianco alcuni tratti caratteristici del conservatorismo italiano. E ci voleva un politico, il ministro della Difesa Guido Crosetto, per mettere nero su bianco l’incapacità del mondo conservatore da quest’ultimo rappresentato di saper difendere i sopracitati tratti caratteristici, preferendo la resa difronte all’oltranzismo della sinistra che chiede una censura delle idee sempre più pressante. Non si spiega in altro modo la dichiarazione fatta dal ministro Crosetto cinque giorni fa tramite Twitter con la quale ha definito le idee del generale Vannacci delle “farneticazioni”, accusandolo di aver gettato discredito sulle forze armate. Il tutto per aver scritto e pubblicato le proprie idee, senza, con ciò, aver fatto campagna elettorale per uno o più partiti.

Caso Vannacci, se un ministro di FdI si arrende alla sinistra

Non esiste una norma italiana che vieti ad un militare di pubblicare ciò che il generale Vannacci ha pubblicato. Non una. Esistono piuttosto principi di tutela della libertà di pensiero e della sua espressione che rappresentano la base della democrazia. Dunque dei principi sacri senza i quali l’Italia sarebbe un Paese menomato e per i quali, ogni anno, milioni di persone manifestano agguerrito affetto. Ecco, ci saremmo aspettati di dover vergare questi articoli per difendere la suddetta libertà dalla prepotenza della sinistra che pretende di spadroneggiare, di annichilire, di decidere chi possa dire cosa. E invece, in questo caso, siamo andati oltre. Chi si è espresso immediatamente contro la libertà del generale Vannacci di esprimere quelle sue idee è uno dei cofondatori di Fratelli d’Italia, attuale ministro della Difesa e uomo di buon senso che fino all’altro ieri esprimeva coraggiosa vicinanza verso chiunque finisse nel tritacarne organizzato dalla sinistra. Sarebbe bastato mantenere il sangue freddo e ribadire l’ovvia libertà di pensiero e di trasmissione dello stesso, senza dover sposare le tesi espresse dal generale Vannacci. E però…

Una questione di libertà

E però le idee del generale sono condivise da buona parte del popolo della destra (definiamola così per semplicità) che si sarebbe aspettato da tutto il governo una forte e netta presa di posizione capace di marcare la differenza tra noi e loro, ossia tra coloro che prima di qualsiasi valutazione rispettano la libertà altrui e chi invece questo concetto lo ignora deliberatamente. Il caso è squisitamente politico, sia perché qualcuno del governo si è schierato dalla parte del generale (Donzelli, Salvini) e sia perché le battaglie identitarie sono alla base della vita politica di ognuno di noi. Senza di esse siamo come scatole vuote che potrebbero essere governate da un qualunque governo tecnico. E invece ricerchiamo l’identità profonda che sappia toccare le corde della nostra anima e di ciò in cui intimamente crediamo. Chi governa si affanna a far molto e, spesso, a farlo male. Invece dovrebbe limitarsi a far quel poco in grado di far sentire vivo il proprio popolo di riferimento. 

Lorenzo Zuppini

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