Roma, 6 ago – Ora usciranno pazzi per davvero. Si interrompe la favoletta dell’ex Opg (ospedale psichiatrico-giudiziario) di Napoli che non godrà più della pioggia di fondi del Pnrr. Ne dà notizia addirittura Open di Mentana, che a leggerlo è come la ciliegina sulla torta. L’ex struttura fatiscente del rione Materdei, dopo essere stata abbandonata nel 2008 dal corpo di Polizia Penitenziaria, è stata occupata dai centri sociali rossi molto vicini all’allora sindaco della rivoluzione arancione e fautore della flotta napoletana, oggi reinventatosi autore teatrale – chissà se di tragedie politiche magari autobiografiche – Gigino de Magistris, e successivamente presi a balia anche dal suo successore a Palazzo San Giacomo ed ex rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, che, da buon figlio di papà e papà di cotanti figli, congela lo sgombero dello stabile e convoca in comune gli okkup-anti; quindi, di concerto con i novelli ribelli, valuta i progetti con cui poter dare una giustificazione di esistenza alla vecchia struttura di via Jannelli e successivamente inventarsi un modo per assegnare la sede al centro sociale “Je so pazz” e a Potere al Popolo.
L’ex Opg di Napoli, tanti saluti ai 16 milioni
Poco importa che l’edificio, a detta di Prefettura e Demanio, che intanto ne era diventato proprietario, risulti essere pericolante, persino per gli occupanti e proprio per questo avevano più volte tentato lo sgombero. Le proteste di piazza e le campagne giornalistiche della stampa amica hanno impedito che tutto ciò avvenisse, almeno fino all’inizio dell’anno corrente quando pare che la Prefettura fosse intenzionata a mettere tutti alla porta con l’uso della forza. Almeno fino a quando il primo cittadino non si era messo di traverso ed era riuscito ad inserire il recupero della struttura tra i beneficiati del PNRR. “Perché, se l’edificio era pericolante e doveva essere messo in sicurezza, non c’era nulla di più urgente da fare”. Almeno fino a quando sulla “Napoli rossa” non si è abbattuta la scure di nome Raffaele Fitto, attuale ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr che non solo ha cancellato la regalia dei 16 milioni di euro, ma ha ulteriormente “inguaiato” il primo cittadino partenopeo, ereditiero delle già disastrate casse del Comune “amministrate” da de Magistris e che ora dovrà sborsare la cifra di 246.248 euro per i lavori già cominciati. Se non hanno idea di dove prenderli, possono sempre attingere dall’”acconto” che i militanti della sezione Berta consegnarono molto generosamente fin sull’uscio di casa, appena il centro fu bagnato dalla pioggia di milioni.
Ma i diretti interessati – si fa per dire – cosa dicono? Hanno fatto sapere che “no pasaran”: non hanno abbandonato quei locali imbrattati con graffiti e disegni che non cancellano l’inagibilità, né hanno reso sicura e minimamente dignitosa la loro roccaforte e annunciano battaglia a suon di feste, concerti e manifestazioni. Magari ancora una volta, come sempre, con il portafogli di papà. Quei papà che, a quanto pare, hanno perso potere, ma che continueranno a mettere bambagia nel mondo finto dei loro pargoli, in modo da continuare a farli giocare senza che si facciano male per davvero. Belli, ciao!
Tony Fabrizio