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L’ennesima supercazzola di Conte. Altro che riforme, servono i soldi

by Adolfo Spezzaferro
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conte

Roma, 4 giu – Giuseppe Conte non ha potuto resistere e ha ceduto all’ennesimo attacco di “annuncite” rifilando agli italiani un’altra conferenza stampa in diretta Facebook in cui appunto ha annunciato che il governo giallofucsia farà praticamente di tutto. Tanto da non disdegnare neanche l’ipotesi Ponte sullo Stretto. Fuori tempo massimo, il premier ieri ha imbastito una serie improponibile di supercazzole nel tentativo di far dimenticare ai cittadini che dopo mesi di lockdown sanitario, di serrata generale per l’economia, oggi il governo ancora non ha i soldi per tamponare la crisi scatenata dall’emergenza coronavirus. La realtà dei fatti è questa, ma Conte – come in un mondo fatato dove le crisi sono l’occasione ideale per ripartire e dove la stagione delle riforme si annuncia in attesa di avere qualche soldo per realizzare davvero qualcosa – oltre ad aver ripetuto il solito ritornello “attenzione al virus, indossate la mascherina, rispettate la distanza, lavatevi le mani, il Covid uccide ancora” stavolta ha voluto strafare.

Tanti annunci ma i soldi non ci sono

Sì, perché gli italiani non ne possono più, e non gli credono più (come dimostra il calo di popolarità e fiducia nei sondaggi). All’ennesima promessa, all’ennesima supercazzola sul “faremo qui, faremo là”, i cittadini hanno preso atto che gli annunci di Conte sono aria fritta. Il premier è colpevole, perché continua a parlare di soldi che non ci sono. E’ colpevole perché non dice che i soldi li vuole chiedere all’Unione europea, gettando l’Italia in una crisi ben peggiore di quella che sta attraversando perché sarà costretta a restituire i prestiti alle condizioni e nei tempi imposti da Bruxelles.

“La situazione è sotto controllo”. Certo, certo…

E invece Conte che dice, mentendo? Nel giorno della riapertura dei confini regionali, con i numeri della crisi economica che parlano chiaro – dal crollo del Pil e dei consumi a quello della produzione, dal pericoloso calo degli occupati (nonostante il blocco dei licenziamenti) -, all’indomani delle manifestazioni delle opposizioni contro il governo, il premier che dice? “La situazione è sotto controllo“. Una frase improponibile, visto che la prima volta che la pronunciò l’epidemia di coronavirus stava esplodendo nel Paese. Una frase altrettanto colpevole oggi, che l’economia è ferma. E lo è perché il premier ci ha tenuti tappati in casa con i negozi chiusi per mesi mentre l’Europa ripartiva.

Il solito allarmismo: “Il male è ancora in giro”

Insopportabile quindi – e lo si legge dalle reazioni di ira e di rabbia degli utenti su Facebook durante la diretta – sentirsi dire ancora una volta che “abbiamo scelto di modificare le nostre abitudini di vita per evitare la diffusione del virus e ci stiamo riuscendo. Ma il Covid non è sparito. Ci sono ancora dati, seppur in calo, che dimostrano come il male sia ancora in giro“. Ancora questo maledetto allarmismo con cui si giustifica l’immobilità.

Le menzogne senza ritegno del premier

Le menzogne sono spudorate: “Siamo tra i primi Paesi europei a riprendere le attività perché abbiamo accettato forti sacrifici“. Questo quando nella Ue molte nazioni non hanno mai smesso di produrre, di consumare, di far girare i soldi, nonostante l’emergenza. E poi Conte vuole davvero strafare: lancia la stagione delle riforme (senza soldi). Così snocciola parole come digitalizzazione, innovazione, investimenti, lancia slogan vuoti e surreali come scuole nuove, burocrazia cancellata, riforma fiscale, giustizia veloce, stati generali dell’economia, transizione verso uno sviluppo sostenibile, treni veloci in Sicilia e la ciliegina sulla torta: “Nessun pregiudizio per il ponte sullo Stretto di Messina”.

“La Ue è dalla nostra parte”. Niente di più falso

I soldi non ci sono e Conte ammette che ci vorrà tempo. Ma le sue lusinghe servili dei tecnocrati di Bruxelles sono surreali, oltre che irritanti: “La Ue è dalla nostra parte, grazie anche al lavoro del governo. Dobbiamo saper spendere questi soldi. E da qui passa la credibilità del sistema Italia. Dovremo modernizzare il Paese”. Conte chiederà i soldi in prestito alla Ue e accetterà pedissequamente i diktat su come spenderli e come restituirli. Ma agli italiani dice Bruxelles è dalla nostra parte. Niente di più falso.

L’ultima supercazzola è un affronto agli italiani

Conte è senza freni, si impelaga anche in una riforma della giustizia (che con questi giudici qua nessuno ha il coraggio di fare): “Servono tempi brevi per i processi”, dice. E ancora: “Bisogna riformare il fisco per pagare tutti e pagare meno”. Cerca di assicurarsi la poltrona per più tempo possibile, parlando di “un programma ampio che dovrà guidarci nei prossimi mesi”. E poi l’ultima supercazzola che suona surreale oltre che un affronto ai cittadini senza soldi, senza lavoro, senza futuro: “Sono consapevole che è un progetto davvero utile: richiede coraggio, lungimiranza, visione“.

I giallofucsia se lo terranno ancora?

Il coraggio che serve in realtà è quello che dovrebbe trovare il Pd, per esempio, per mandare a casa questo illustre sconosciuto baciato dalla (s)fortuna dell’epidemia. Sì, perché visto che Renzi con i suoi senatori decisivi per la tenuta della maggioranza preferisce esercitare il suo potere fintanto che ha rappresentanti in Parlamento e ministri al governo (dai sondaggi Italia Viva è messa molto male) e visto che il Movimento 5 Stelle in caduta libera da mesi sa che se si tornasse al voto subirebbe una debacle devastante, soltanto i dem potrebbero valutare la possibilità di togliergli la poltrona a cui Conte si aggrappa disperatamente, visto che non stanno messi tanto male ma che potrebbero fare una brutta fine anche loro, quando la crisi economica porterà tutti gli italiani a incolpare i giallofucsia, Pd compreso.

Adolfo Spezzaferro

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2 comments

"Basta libro dei sogni, vogliamo i fatti". Centrodestra all'attacco di Conte | Il Primato Nazionale 4 Giugno 2020 - 12:34

[…] L’ennesima supercazzola di Conte. Altro che riforme, servono i soldi […]

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jason17 4 Giugno 2020 - 1:51

Ma qualcuno ancora l’ascolta questo buffone? Io, quando vedo il suo volto, vengo assalito dallo stesso impeto di repulsione che mi pervadeva quando vedevo: Prodi, Berlusconi, Monti, Renzi, Gentiloni. Credo che solo voi giornalisti, per deformazione professionale, possiate sorbirvi le fandonie di questi ciarlatani, avete la mia piena solidarietà!

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