Roma, 20 nov – Ha destato forti malumori da parte dell’associazione partigiani la decisione del sindaco del comune di Dongo, Mauro Robba, di non partecipare al comitato per gli 80 anni della ricorrenza del 25 aprile. Il comune, infatti, teatro della cattura di Mussolini, ha declinato l’invito. Con il sindaco che si è detto “molto impegnato”.
Nulla di nuovo
Il comune di Dongo ha scelto di non partecipare. Ma va detto che questa scelta ha fatto scalpore per via degli avvenimenti storici avvenuti sul territorio. Il 25 aprile, infatti, dalle parti di Como – come in gran parte del resto d’Italia – da anni sembra non interessare più a nessuno. Infatti, solamente una ventina di sindaci sui 147 amministratori dei vari comuni della provincia di Como hanno aderito al comitato organizzativo a guida Anpi. Un dato di fatto perfettamente in linea con gli ultimi decenni.
Lo sdegno
Immediata la replica irritata del presidente dell’Anpi Como. Increduli, tirano in mezzo le stesse formule classiche: “Non capisco, – afferma – ci chiediamo se a Dongo e Cantù intendano festeggiare il 25 aprile, dato che sono gli unici due comuni ad aver detto di no con delibera di giunta. Siamo stupiti e amareggiati.” Secondo il presidente locale dell’Anpi, inoltre, “la liberazione unisce il paese e appartiene a tutti”. Dimenticandosi – o forse gli conviene non ricordare – che la stragrande maggioranza degli italiani, nel nord Italia, non si schierò dalla parte dei partigiani. Come forse si è dimenticato che, a differenza di quanto da lui dichiarato, dei presunti “valori antifascisti e della Resistenza” nella costituzione italiana non viene mai fatto cenno.
La risposta del sindaco di Dongo
Il sindaco di Dongo, eletto nel centrodestra, replica: “Ho moltissimi impegni, in veste di Presidente della Comunità Montana. Mi risulta che numerosi altri sindaci del Lago non hanno aderito. Valuteremo le prossime iniziative”. Un vero e proprio affronto per l’Anpi, le cui iniziative vengono viste con sempre minor rilevanza da sempre più amministratori. Questo frutto anche dell’estremo posizionamento ideologico della stessa associazione partigiani. La quale nei decenni si è spostata sempre più su posizioni di estrema sinistra escludendo altre componenti (anch’esse minoritarie) più moderate.
Insomma, la logica del “la resistenza è una cosa di tutti, ma ricordatevi che l’abbiamo fatta noi” sta ormai stretta anche a chi, negli anni passati, al 25 aprile partecipava. Non solo, dunque, l’anniversario della sedicente “Liberazione” è ritenuto divisivo o irrilevante dalla maggioranza degli italiani: inizia ad essere mal digerito anche da frange dello stesso fronte antifascista.
Patrizio Podestà