Roma, 7 ago – Molti si staranno chiedendo il perché di un titolo così “forte”. Tutto nasce da una semplice riflessione sull’etimologia di questa parola: se prendiamo la definizione di “odio” data dall’enciclopedia Treccani scopriamo che deriva dal latino odium e indica un sentimento di forte e persistente avversione, per cui si desidera il male o la rovina altrui. Scorrendo le pagine dei quotidiani italiani che fanno parte del mainstream o guardando le trasmissioni televisive degli ultimi anni dove, spesso, ospiti sono quegli stessi giornalisti che animano con le loro penne affilate gli stessi quotidiani, cosa troviamo se non odio?
A proposito di diritto all’odio
Se prendiamo, ad esempio, uno degli ultimi editoriali del direttore Stefano Feltri su Domani troviamo come titolo: “Il diritto di demonizzare le destre che avanzano”. Ora, la parola demonizzare è ben più forte etimologicamente di “odiare”. Se prendiamo la sua definizione, sempre su Treccani, scopriamo che significa condannare come un’essenza o un’emanazione demoniaca, attribuendo a persone qualità o volontà perverse, malvagie, diaboliche. Vi immaginate se un titolo di questo genere fosse uscito su un giornale di destra? E cosa è questo se non odio?
Se un politico o un militante di destra osa dire qualcosa contro l’immigrazione selvaggia che porta nella nostra Patria orde di giovani africani portatori di una cultura e abitudini lontane e diverse da quelle del nostro popolo, allora quello è un odiatore seriale, va linciato pubblicamente e condannato in tribunale. Se, di contro, un politico o un giornalista o un militante di sinistra esprime odio e demonizza gli avversari politici beh allora quella è cultura, diritto alla libertà di stampa, partigianeria. In tal senso anche noi dovremmo riprenderci il “diritto all’odio”, senza la paura di essere giudicati o attaccati. D’altronde, se questo è un diritto per la sinistra perché non può esserlo per noi?
Penna Nera