Roma, 3 apr – Subito dopo la risposta alla Camera di Luigi Di Maio, che ha confermato i 50 milioni prestati dall’Italia alla Tunisia, Andrea Delmastro ha replicato con un intervento infuocato in Aula. Il deputato di FdI ha fatto notare al ministro degli Esteri che il memorandum del 2015, con cui si predisponeva questa cifra, “non è per nulla vincolante e che non vi era alcuna scadenza”. Dunque “quei milioni dovevano rimanere in Patria”. L’ex leader pentastellato non sembra però intenzionato a prendere in considerazione un’opportuna retromarcia.
Così oggi Delmastro è tornato a incalzare: “Il ministro Di Maio o ci fa o ci è! FdI continua a sostenere che non vi fosse alcuna scadenza e alcun obbligo per corrispondere, a qualsivoglia titolo, 70 milioni di euro alla Tunisia e alla Bolivia. In ogni caso – tuona il deputato di Fratelli d’Italia – l’emergenza nazionale avrebbe dovuto imporre al ministro degli Esteri di congelare quelle erogazioni e utilizzare quei fondi per curare le ferite della Nazione”.
Quei milioni alla cooperazione internazionale
Il capogruppo di FdI in commissione Esteri invita allora Di Maio a “non alimentare la polemica solo perché beccato con le mani nella marmellata”, provi semmai “l’ebbrezza di una esperienza nuova e per la prima volta si renda utile alla Nazione”. Delmastro però va oltre e pone l’accento sui 500 milioni di euro che il governo sarebbe intenzionato a impiegare per la cooperazione internazionale, in un momento in cui l’Italia si ritrova ad affrontare una drammatica emergenza nazionale sanitaria ed economica. “Fra poco si riunirà il Comitato Congiunto per erogare centinaia di milioni di euro alla cooperazione internazionale, nuovamente sottratti alle necessità della Nazione. Di Maio – incalza Delmastro – aderisca immediatamente alla proposta di Fratelli d’Italia: blocchi i fondi e li eroghi, alle medesime condizioni, a imprese e partite iva italiane“.
Ma il rischio a questo punto è che il ministro degli Esteri ignori la proposta. “Ci risponderà il Ministro o sprofonderà nuovamente nel vuoto cosmico per poi riaffiorare solo per le polemiche? Di Maio errare è umano (nel tuo caso ancor di più), perseverare è diabolico (anche per te che puoi confidare sull’attenuante della scarsa comprensione). Si chiama resipiscenza e potrebbe attenuare il giudizio morale e politico che gli italiani hanno già emesso sul tuo operato”, afferma Delmastro.
Eugenio Palazzini