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I debiti dell’Unità pagati dai cittadini. Uno scandalo che grida vendetta

by Lorenzo Zuppini
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il giornale l'unità

Roma, 8 ott – Pagheremo il conto de L’Unità, il principale giornale di riferimento della sinistra, dai Ds all’attuale Pd. E si tratta di uno scandalo che grida vendetta, non di una mera procedura burocratica. Il 5 febbraio 2000, la presidenza del Consiglio, con D’Alema a Palazzo Chigi, garantiva il debito che L’Unità aveva verso un gruppo di banche. Debito che ammontava a circa 200 milioni di euro, come riportato ieri dal Giornale in un articolo di Chiara Giannini. Una massa enorme di soldi che però mancava, e quindi i Ds proposero a D’Alema, in virtù di una legge del ’98 del governo Prodi, che fosse la Presidenza del Consiglio a farsi carico di quel debito. In pratica questa legge dava la possibilità allo Stato di consentire una agevolazione in favore dell’editoria, girandola a soggetti che non fossero editori.

In questo caso, il soggetto che ne avrebbe goduto era il partito del presidente del Consiglio. Le banche accettarono dato il vasto numero di immobili di proprietà del partito e la metà dell’importo venne pagata facendo ricorso alle entrate del finanziamento pubblico ai partiti. Ad oggi, però, quel patrimonio immobiliare risulta inesistente, o, quantomeno, inattaccabile, come risulta da una perizia condotta dall’ingegner Marco De Angelis su richiesta del Tribunale. Il quale ha rigettato i tre ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato coi quali si opponeva ai decreti ingiuntivi delle banche. Il giudice Alfredo Maria Sacco ha difatti dato l’autorizzazione alle banche di rivalersi per inadempimento e non per insolvenza, ossia perché il debitore ha deciso deliberatamente di non onorare un proprio debito, e non perché egli non possa far fronte al pagamento per crisi di liquidità. Tale differenza è fondamentale.

I magheggi dell’ex tesoriere rosso Ugo Sposetti

Il Giornale riporta anche un passaggio delle sentenze in cui viene messo nero su bianco che il partito di D’Alema ha tenuto una condotta “apparentemente elusiva (e forse fraudolenta) per sottrarre i propri beni dalla garanzia”, e tale patrimonio, nel 2007, è stato collocato dall’allora tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, in 57 fondazioni che risulterebbero non aggredibili dalle banche. In ordine, le banche creditrici sono: Unicredit con 22 milioni, Intesa San Paolo con 35 milioni, Bpm con 14,7 milioni e Bnl con 14 milioni. Con sentenza del 10 settembre, lo Stato dovrà onorare tali debiti e solo in un secondo momento rifarsi sui Ds, se non fosse che i famosi 3200 immobili sono scomparsi nel nulla.

Nessuno chiede il conto al Pd, perché?

L’Unità, fino al 1997, risultava ricca di immobili, i quali vennero poi ceduti alla Beta immobiliare Srl che faceva riferimento ai Ds. Tali immobili rappresentavano la garanzie dei debiti, ma nel 2007 il tesoriere Ugo Sposetti li fece confluire progressivamente nelle fondazioni che li rendono, ad oggi, inattaccabili. Fine della storia, si chiude il sipario, con l’unico risultato che a pagare i debiti del giornale di sinistra saranno i cittadini italiani. Nessuno chiederà conto al Partito democratico, nipotino dei Ds, di quanto sta accadendo e del debito di milioni di euro trasferito sulle nostre spalle. Potrebbe emergere un palese conflitto di interessi, sebbene ormai passato, tra un partito di sinistra e un giornale che, oltre a fargli da megafono, si faceva anche garantire i propri debiti.

Il meccanismo dei due pesi e delle due misure riemerge, e con esso la faccia tosta di queste persone che per vent’anni ci hanno massacrato con le insinuazioni sul conflitto d’interessi di Berlusconi per poi farci assistere a questo spettacolo tetro. Egemonia culturale e superiorità morale, da Gramsci a Berlinguer la solfa è sempre la solita, coi protagonisti di questa commedia drammatica che moraleggiano in lungo e in largo, incapaci di ricordarsi che per lanciare la famosa pietra si dev’essere senza peccato.

Lorenzo Zuppini

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3 comments

Serena 8 Ottobre 2019 - 1:10

E poi parlano della Lega…. io non voglio che i miei soldi vadano a quella carta straccia di giornalaccio!

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Commodo 8 Ottobre 2019 - 1:16

Fare discorsi logici & sensati, pacati & motivati ai seguaci del pidiessismo, e’ come farli ad un RAGNO formato AUTOBOTTE!… L’ unica maniera LOGICA per discutere con CREATURE del genere è quello di renderle bersaglio di canne sputafuoco di calibro adeguato.

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norrin radd 8 Ottobre 2019 - 3:20

tutto vero ma i conflitti di interessi di berlusconi non erano proprio insinuazioni..

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