Roma, 21 apr – Perdere Roma dopo la disastrosa esperienza Marino? Era difficile, ma il centrodestra ce l’ha messa davvero tutta. Basti sapere che ancora oggi non è chiaro quanti candidati alternativi a Giachetti e alla Raggi si presenteranno. In questa commedia degli equivoci, Guido Bertolaso fa il Peppino della situazione, mentre Silvio Berlusconi prova a fare Totò.
L’ex numero uno della Protezione civile è stato mandato allo sbaraglio con una candidatura che era già perdente di per sé e che egli stesso ha fatto di tutto per rendere ridicola, sbagliando tutto lo sbagliabile. Ma, ferma restando la miscela di impreparazione e arroganza mostrata da Bertolaso, viene quasi da provare tenerezza per il quasi-candidato di Forza Italia, usato e in procinto di essere abbandonato dal Cav, quasi fosse un’olgettina qualsiasi. Sì perché, incredibilmente, Forza Italia deve ancora deciderlo, quale sia il suo candidato su Roma. Questa mattina un vertice a Palazzo Grazioli ha deciso di dare mandato pieno a Berlusconi per la scelta del candidato (fanno le riunioni per stabilire che alla fine decide colui che ha sempre deciso tutto?). “L’obiettivo è l’unità del centrodestra”, ha spiegato Renato Brunetta lasciando la riunione.
Bertolaso, dal canto suo, ostenta sicurezza, un po’ quando metti un calzino di un colore e uno di un altro e poi per tutta la sera ti incaponisci a sostenere che è un gesto voluto e che a Londra si vestono tutti così. È chiaro che non ci crede più nemmeno lui. Ma la cosa più sorprendente è che Fratelli d’Italia e Lega, di fronte a questo teatrino, non sono in prima fila a tirare ortaggi ai teatranti, bensì nel camerino, a elemosinare un cenno di assenso dal capo, affinché la beneamata unità dei moderati si possa comunque fare. Caschi il mondo, si perda a Roma, ma non toccate l’unità dei moderati. L’ultimo graal del centrodestra, che ovviamente è e rimarrà nelle mani di un cavaliere.
Giorgio Nigra