Roma, 23 giu – Un circolo su quattro del Pd romano va sciolto. Un iscritto su dieci è falso. Dirigenti di primo piano in galera. E il commissario che sta cercando di mettere ordine nel partito viene messo sotto scorta. Dopo lo tsunami seguito al terremoto di Mafia capitale, il Pd romano si presenta come un paesaggio di sole macerie. Diciamo “una fogna”, tanto per riprendere l’arcadica espressione utilizzata da Ignazio Marino.
La mappatura dei circoli affidata all’economista Fabrizio Barca ha dato esiti allarmanti: 27 circoli del Pd su 108 sarebbero da chiudere perché “dannosi”, ovvero mere strutture di potere prive del benché minimo ancoraggio sul territorio. Secondo Barca, un terzo degli iscritti di tali circoli non partecipa attivamente e la media complessiva degli incontri pubblici è di 10 all’anno, neanche uno al mese.
I circoli “incriminati” sono: Aurelio Cavalleggeri, Borghesiana Finocchio, Casal Bruciato – San Romano, Casalbertone, Casalotti, Centocelle Vecchia, Cinecittà (via Flavio Stilicone), Corviale, Eur, Fidene Serpentara, Grotta Perfetta, Grottarossa, Nuova Gordiani. E poi ancora Ostia centro, Ponte Mammolo, San Giorgio, Testaccio, Torbellamonaca, Tor di Nona, Torraccia, Torre Maura, Torrino, Trullo, Via Crema all’Appio Tuscolano, Vigne Nuove, Villaggio Breda e XX Settembre.
Ma c’è di più: Orfini ha assegnato un’altra indagine ai Giovani democratici, che tramite il loro call center hanno telefonato ai 15mila militanti che risultavano tesserati prima che scoppiasse la bufera di Mafia Capitale. Risultato: un tesserato del partito su 10 è falso, cioè inesistente o inconsapevole, mentre 5 su 10 sono iscritti dubbi o legati alle correnti. Solo 4 su dieci sarebbero iscritti veri.
Insomma, i dossier sulla scrivania di Orfini si accumulano. Un’operazione che deve dar fastidio a qualcuno, tant’è che al presidente del Pd e commissario del Pd Roma è stata assegnata una scorta per ragioni di sicurezza, o meglio un “accompagno” ossia una “misura di protezione”. Le misure sarebbero scattate tre giorni fa, tecnicamente con la motivazione di “eccesso di esposizione”. La notizia non è banale: chi tocca le magagne del Pd mette a rischio la propria incolumità. Ma è un partito o un cartello colombiano?
Giuliano Lebelli
2 comments
Non solo a Roma, in tutta Italia questa è l’organizzazione dei partiti “democratici”. Quali sono le novità? Avere fatto una campagna acquisti di tesserati per portare un segretario di partito a diventare Presidente del Consiglio,senza elezioni.
Se un giorno, ma ne dubito fortemente, verrà scoperchiata la mafia delle coop, si ci accorgerà che i don Vito Corleone sono dei dilettanti al confronto dei loro colleghi tosco-emiliani…