Roma, 16 dic – “Brescia medaglia d’oro della sostituzione etnica”, così i gruppi identitari, che nella serata di venerdì avevano dato vita a una manifestazione contro il degrado, rispondono a chi con la scusa dell’antifascismo aveva attaccato il corteo.
Gli attacchi della sinistra antifascista
La protesta organizzata da CasaPound Italia, Rete dei Patrioti, Brescia ai Bresciani, Veneto Fronte Skinhead, Nazionalisti Camuni e Comunità militante aveva smosso dalla sua letargia la sinistra istituzionale e non, con il solito codazzo di polemiche, indignazioni e scomuniche di chi vede la democrazia solamente a senso unico. Così il senatore del Partito democratico Alfredo Bazoli aveva parlato “una vera e propria provocazione”, ritenendo “intollerabile e preoccupante che questi gruppuscoli di estremisti rialzino la testa, sfidando a viso aperto le forze democratiche del paese”. Insomma, se a manifestare non sono quelli che piacciono a Bazoli il tutto si trasforma magicamente, da esercizio della propria libertà ad attacco al cuore della democrazia. Sulla stessa linea anche il sindaco della città Laurea Castelletti, che si esprime in questi termine: “Resta comunque grave, in una città medaglia d’argento alla Resistenza, che ancora ha impressa la ferita della strage neofascista di piazza Loggia, che questi estremisti decidano di organizzare una manifestazione contro una società multirazziale”.
La risposta degli organizzatori: “Brescia medaglia d’oro della sostituzione etnica”,
Come fanno notare gli organizzatori, l’accostamento della manifestazione con un fatto storico come quello di Piazza della Loggia è solo fumo negli occhi, a maggior ragione se “i veri mandanti non sono mai stati trovati”. Anzi, diventa un modo per non fare i conti con la realtà dell’oggi: “Con la scusa dell’antifascismo, evidentemente l’unica argomentazione rimasta ad una sinistra sempre più borghese e distante dal popolo, cercano di insabbiare la situazione di degrado e insicurezza in cui versa la nostra città”. Tutto questo dimostra la loro doppiezza e malafede: “Ci accusano di veicolare messaggi d’odio: la verità è che gli unici veri professionisti dell’odio sono loro. Un odio politico nei nostri confronti, poiché ancora una volta abbiamo sbattuto loro in faccia la realtà del fallimento della società multirazziale, ma soprattutto un odio sociale verso i cittadini bresciani – specialmente quelli delle periferie e dei quartieri popolari – costretti a subire forzatamente il degrado e l’illegalità derivanti dall’immigrazione di massa”. Insomma, il nodo centrale è quello di dare una risposta ai cittadini sui problemi di tutti i giorni: “Il futuro dei bresciani è proiettato verso la sostituzione etnica e la violenza delle bande multietniche. Noi vogliamo invertire la rotta, prima che sia troppo tardi”. E Promettono: “La battaglia per riprenderci la nostra amata città è soltanto iniziata”.
Michele Iozzino