Roma, 24 nov. – Hanno vinto in due, Matteo Salvini e l’astensione. Il boom della Lega Nord, che sfiora il 20% e doppia i consensi di Forza Italia ferma all’ 8,36%, insieme all’astensione record con il 37,7% di elettori alle urne, sono le due vere notizie del voto in Emilia Romagna. Scontata l’affermazione del centrosinistra nella regione “rossa” per eccellenza, nonostante il Pd abbia raccolto 700mila voti in meno rispetto alle europee di pochi mesi fa e il presidente Stefano Bonaccini si sia fermato sotto la soglia del 50%. Può quindi festeggiare il candidato presidente della Lega, Alan Fabbri, forte del 30% di voti raccolti, ma soprattutto può dirsi soddisfatto Matteo Salvini, che in percentuale raccoglie 4 volte i voti ottenuti solo pochi mesi fa alle europee.
Dati significativi che vanno letti anche in chiave nazionale. L’Emilia Romagna è per tradizione una regione caratterizzata da una forte partecipazione politica, capace di assolvere la funzione di “termometro” per diverse forze politiche. L’astensione, al di là del dato generale che accentua sempre di più la distanza tra l’elettorato e i partiti, colpisce soprattutto il centrosinistra che perde rispetto alle elezioni europee di maggio scorso quasi 10 punti percentuali e quasi un milione di voti. La crisi che colpisce il Movimento Cinque Stelle sul piano nazionale, si conferma in una delle regioni che ne segnò l’affermazione; Beppe Grillo infatti perde in termini numerici la metà dei voti rispetto al maggio scorso, scendendo in percentuale dal 19% al 13%.
L’unico a non risentire dell’astensione record è proprio il Carroccio, che ruba voti a Forza Italia, ma soprattutto a Grillo. Segno che la linea decisa dal segretario Matteo Salvini sta pagando, con parole chiare contro l’immigrazione e le imposizioni di Bruxelles. Un risultato che potrebbe indurlo ad accelerare la creazione del progetto nazionale, definendo più chiaramente quelli che saranno i contorni del soggetto capace di raccogliere i consensi che la Lega di Salvini sta raccogliendo al centro sud.