Roma, 28 apr – Appoggiare ufficialmente Giorgia Meloni, ricucendo gli ultimi strappi con Matteo Salvini e dando così ragione al “fronte del nord” di Forza Italia (quello di Toti, Romani e Gelmini) o puntare su Alfio Marchini come sembrano suggerire Tajani e l'”eminenza grigia” Gianni Letta? Questo è il dilemma di Berlusconi, a cui spetta prendere la decisione che probabilmente segnerà l’ultimo atto di questa surreale (e imbarazzante) pre campagna elettorale romana. Se questi sono i dubbi, la certezza invce sembra essere l’ormai definitivo tramonto della candidatura a sindaco di Roma di Guido Bertolaso. Proprio un vertice in corso in queste ore a palazzo Grazioli (dovrebbe cominciare per le 13.30) dovrebbe mettere la parola fine all’avventura politica dell’ex numero uno della protezione civile, il quale ieri con l’ennesima gaffe ha facilitato il compito di chi da tempo vuole farlo fuori.
Dopo le parole su rom e Tevere balneabile, ieri Bertolaso ha pensato bene di proporsi come possibile assessore per la candidata grillina Raggi e per Giachetti del Pd, nel caso dovessero vincere loro la battaglia per il Campidoglio: “Potrei sicuramente dare il mio modestissimo contributo se me lo chiedono per affrontare alcune questioni di carattere tecnico, Giachetti era capo di gabinetto con Rutelli quando io ero commissario per il Giubileo del 2000. Quindi ci conosciamo molto bene”. Un’esternazione che ha subito causato gli attacchi di Rampelli di Fdi che ha definito la dichiarazione “fantozziana”. Più che Fantozzi la dichiarazione ricorda il celebre Tafazzi, il personaggio di “Mai dire Gol” che provava un certo piacere nel martellarsi i cosiddetti. A nulla è servita l’intempestiva (ed ennesima) marcia indietro di Bertolaso, “voglio ribadire che, nonostante il clima di civiltà e rispetto con il quale si sta svolgendo questa competizione elettorale, la mia era un’espressione paradossale. Non accetterei mai, in nessun modo, un ruolo politico in una giunta di un altro candidato. Sono e resto il candidato di Silvio Berlusconi e di Forza Italia, questo è il mio campo di azione politica”.
Anche Matteo Salvini non ha perso occasione per “sparare sulla Croce Rossa”: “Penoso: già si offre a Pd e 5Stelle”. Il leader del Carroccio però, oltre Bertolaso non aveva perso l’occasione di attaccare anche Berlusconi. “Renzi ricatta Berlusconi attraverso le sue aziende. Posso immaginare che fare la guerra totale al premier, che ha il potere di scegliere quanto far pagare o guadagnare alle tue aziende, non possa lasciare completamente liberi di scegliere”. A confermarlo “ci sono certe scelte del passato, come il sostegno del governo Letta, il patto del Nazareno e ora l’insistenza su Bertolaso a Roma”. Parole che che non sono assolutamente piaciute all’ex Cavaliere, e che potrebbero spingerlo a seguire i consigli di Letta e Tajani e appoggiare Marchini, che dati alla mano con l’appoggio di Forza Italia avrebbe buone chance in un eventuale ballottaggio contro il 5 Stelle. Secondo altre fonti però, avrebbe confidato al suo “cerchio magico” di voler “candidare Giorgia”. Il dilemma sembra che sarà sciolto in tempi brevi. Quello che rimane sicuro però, è che la corsa in solitaria di Bertolaso è giunta ormai al capolinea.
Davide Di Stefano