Bari, 21 feb – Una foto a testa in già del Senatore Roberto Menia accompagnata dalla scritta “La faccia nera del governo”. Così, in un vergognoso post pubblicato su Instagram – e successivamente rimosso – due sindacati studenteschi della sinistra barese (Unione degli studenti e Zona Franka) hanno anticipato la protesta – “piccola e pretestuosa” alla fine della fiera – inscenata davanti all’Istituto Marco Polo del capoluogo pugliese. Il motivo? L’esponente di Fratelli d’Italia ha presentato ieri nel suddetto liceo linguistico il suo libro “10 febbraio, dalle foibe all’esodo”.
La nota del Comitato 10 febbraio
Sulla situazione è intervenuto prontamente il Comitato 10 Febbraio Puglia, nella figura del suo dirigente nazionale Fiorenzo Patera: “Un atto di intolleranza inaccettabile, che ha cercato di impedire al Senatore Menia di esprimere liberamente il suo pensiero su una tragedia che merita rispetto e memoria. Il tentativo di metterlo a tacere con metodi antidemocratici è una vergogna. Nonostante lo sterile tentativo, il Senatore Menia ha tenuto ugualmente la conferenza programmata, dimostrando che nessuno può fermare la voce della verità”.
Dopo la solidarietà espressa al padre della Legge che ha istituito il “Giorno del Ricordo”, l’associazione di promozione sociale che si occupa di salvaguardare la storia dell’Adriatico orientale si concentra sul “vile tentativo di censura subito ieri durante una conferenza a Bari sul tema delle foibe e sull’esodo degli Italiani dalle terre dell’Istria, Fiume e Dalmazia”. In quanto “la memoria di chi ha sofferto non può essere cancellata da gesti intimidatori e la libertà di parola non sarà mai piegata dall’intolleranza”. Il Comitato 10 Febbraio invita quindi “tutte le forze democratiche della città di Bari, le associazioni, i sindacati, i cittadini e gli esponenti politici a condannare con fermezza il tentativo di mettere a tacere il Senatore Roberto Menia, al quale ribadiamo il nostro sostegno. Siamo al suo fianco, oggi più che mai”.
Le parole di Roberto Menia
Su quanto accaduto non si è fatta attendere nemmeno la replica del diretto interessato. Scrive in una nota lo stesso Roberto Menia: “Ancora una volta i campioni della democrazia e dei diritti volevano impedirmi di esercitare il principale diritto, la libertà di parola, di racconto e di espressione. Gesti che qualificano la sinistra italiana, votata alla totale incoerenza”.