Roma, 26 ott – Si torna indietro. Berlusconi, con uno scatto tardivo e impregnato di tatticismo personalistico, scioglie d’imperio il Pdl, azzera tutte le cariche e ritorna uomo solo al comando. Ieri pomeriggio, infatti, l’ufficio di presidenza del Pdl ha deliberato “la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di ‘Forza Italia’ già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi”.
Ma attenzione: nessuna sfiducia al governo Letta. “I nostri rappresentanti di governo, a cui continueremo a dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell’insediamento, i nostri deputati e i nostri senatori sono impegnati a contrastare ogni iniziativa che vada nella direzione opposta e a proporre efficaci misure per la ripresa della nostra economia in sintonia con le altre economie dei paesi membri dell’Unione europea”.
Nessuno strappo, quindi. Si resta al governo con Letta e la Kyenge. Il governo degli spiati e contenti di esserlo. Il governo che vuole lo ius soli e i reati d’opinione su omofobia e negazionismo. Si continuano a sostenere le larghe intese di marca democristiana. Si rinuncia, di conseguenza, a ogni velleità politica che non sia specificatamente legata al destino personale di Berlusconi. Destino del resto messo a repentaglio anche dalla arrendevolezza e dalla impreparazione con cui a suo tempo venne affrontato il golpe tecno-bancario che spodestò il Cavaliere.
Il nodo cruciale, infatti, resta sempre la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore. Il documento approvato dall’ufficio di presidenza del Pdl ribadisce che “è assolutamente inaccettabile la richiesta di estromissione dal Parlamento italiano del leader del centro-destra, sulla base di una sentenza ingiusta ed infondata e sulla base di una applicazione retroattiva di una legge penale” e denuncia “la persecuzione politica, mediatica e giudiziaria in corso da vent’anni contro il Presidente Silvio Berlusconi eletto liberamente e democraticamente da milioni di cittadini italiani. Un attacco che colpisce al cuore la democrazia, lo Stato di diritto, e il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale di milioni di elettori”.
Peccato che democrazia e Stato di diritto siano già stramazzati al suolo molto tempo fa. Il Pdl, all’epoca, era sul luogo del delitto. E non ha ancora fornito un alibi credibile.