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Plastica: la riduzione dei consumi passa anche per le case dell’acqua

by La Redazione
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Il consumo di acqua in bottiglie di plastica è una consuetudine ancora fortemente radicata, nonostante sia dannosa per il pianeta. Questa pratica, infatti, contribuisce a diffondere nell’ambiente un materiale altamente inquinante, che impatta negativamente su diversi ecosistemi.

Per provare a invertire la tendenza, in molti comuni italiani sono state istituite le cosiddette case dell’acqua, dei chioschi pubblici, atti all’erogazione dell’acqua potabile, che hanno lo scopo di limitare, attraverso il riutilizzo di contenitori adeguati, la diffusione dellebottiglie di plastica.


Perché puntare sulle case dell’acqua

La diffusione della plastica, a partire dagli anni 50, ha segnato una vera e propria svolta per l’umanità: basti pensare che dalla moda alla meccanica, passando per la cosmesi e l’industria alimentare, oggi non esiste un settore che non faccia largo uso di materie plastiche.

A fornire una panoramica aggiornata di questa diffusione sono gli ultimi dati Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), secondo cui annualmente, in tutto il mondo, vengono prodotti 430 milioni di tonnellate di plastica.

Questa rivoluzione, però, ha contribuito a favorire la malsana abitudine dell’usa e getta, che ha modificato molti aspetti del quotidiano, tra i quali anche il modo di fruire cibi e bevande, con bottiglie in PET e posate monouso che sono ancora diffusissimi: basti pensare che oggi due terzi del materiale prodotto è destinato alla realizzazione di elementi di breve durata e un terzo ad articoli da gettare dopo un solo utilizzo.

Adottare nuove abitudini, come appunto ricorrere alle case dell’acqua per ridurre i consumi di bottiglie in PET, può cambiare lo stato delle cose.

La plastica è infatti una sostanza adoperata per la produzione di oggetti dal ciclo vitale talmente breve da essere destinati a diventare elementi di scarto anche nel giro di poche ore e per i quali è purtroppo spesso impossibile immaginare una seconda vita. 

E il riciclo non è sempre una soluzione: alcune stime rilasciate da Greenpeace indicano che fino ad oggi, di tutta la plastica prodotta nel mondo, solo il 10% sia stato correttamente riciclato: il 14% è stato bruciato e il restante 76% disperso nell’ambiente.

Un problema purtroppo molto comune anche in Italia dove, secondo Greenpeace, dei circa 11 miliardi di bottiglie in plastica (PET) adoperate ogni anno, 7 miliardi non vengono riciclate.

Case dell’acqua: come funzionano e chi le gestisce

Le case dell’acqua sono generalmente ubicate in corrispondenza di piazze, parchi o giardini e permettono un approvvigionamento sicuro, economico e continuativo di acqua potabile, fresca o a temperatura ambiente.

L’acqua può essere inoltre sia naturale che frizzante, in questo caso grazie all’aggiunta di anidride carbonica che avviene attraverso apposite attrezzature di carbonatazione contenute nel vano di servizio.

L’acqua che sgorga dai rubinetti dei chioschi proviene dalla rete idrica, di conseguenza può essere considerata completamente sicura. Per di più, i chioschi sono costantemente sottoposti a monitoraggio e sanificazione, mentre le acque sono soggette a tutte le analisi obbligatorie per legge: una serie di controlli molto più restrittivi di quelli in genere previsti per le acque in bottiglia.

Naturalmente, in ogni comune queste strutture vengono amministrate e monitorate dai gestori del servizio idrico del territorio. Si tratta di realtà come Gruppo CAP, azienda pubblica attiva da oltre 90 anni presso la Città metropolitana di Milano.

Nel dettaglio, per ogni casa dell’acqua gestita da Gruppo CAP sono previsti prelievi idrici a cadenza mensile, con cui si verifica che tutti i parametri rispettino la normativa vigente, e ogni 2-3 mesi interventi di sanificazione che riguardano, nello specifico, i sistemi di erogazione, i circuiti e tutte le parti con cui la risorsa idrica distribuita entra in contatto.


Quale aiuto concreto all’ambiente dalle case dell’acqua


Le case dell’acqua offrono una risposta esaustiva a chiunque voglia contribuire a rispettare l’ambiente, grazie alla promozione di modelli di consumo più sostenibili.

Per la raccolta dell’acqua, infatti, è spesso incoraggiato l’utilizzo di bottiglie in vetro, che possono essere lavate e riutilizzate più e più volte.

Il tutto limitando significativamente l’impatto che la plastica ha sugli ecosistemi: il Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’acqua stima infatti che una casa dell’acqua può erogare ogni anno un quantitativo di acqua corrispondente a 870 mila bottiglie in plastica.

Un dato che testimonia gli interessanti benefici anche in tema di sostenibilità, grazie al risparmio di risorse necessarie per la produzione di nuove bottiglie e alla conseguente riduzione di emissioni nell’ambiente.

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