Home » Come scegliere l’acqua da bere: guida

Come scegliere l’acqua da bere: guida

by La Redazione
0 commento

L’acqua è considerata uno degli alimenti più importanti, se non il più importante dal momento che è indispensabile per la vita. È infatti provato che un essere umano può sopravvivere per alcune settimane in assenza di cibi solidi, ma tale lasso di tempo si ridurrebbe a pochi giorni – tre-quattro al massimo – se la mancanza di acqua fosse assoluta.

Vista la necessità che si ha di questo alimento, che ogni giorno deve essere assunto in quantità adeguate, è importante scegliere un prodotto di ottima qualità; di seguito quindi alcuni consigli per la scelta dell’acqua da bere, in riferimento all’acque naturali che possono differenziarsi l’una dall’altra.

Relativamente alla quantità, le linee guida nazionali suggeriscono un’assunzione giornaliera di 2,5 l di acqua per quanto riguarda gli uomini e di 2 l per quanto concerne le donne.

Acque minerali: l’importanza dell’etichetta

Per scegliere correttamente un’acqua è fondamentale conoscerne le caratteristiche e questo può essere fatto leggendo l’etichetta, obbligatoria per legge. Sull’etichetta sono riportate infatti molte informazioni fra cui residuo fisso, acidità, quantitativo di sali minerali ecc. Se, per esempio, analizziamo le proprietà dell’acqua Smeraldina scopriamo che si tratta di un’acqua oligominerale, con residuo fisso di 157 mg/l, che contiene vari sali minerali fra cui sodio, potassio, calcio, magnesio ecc.

È importantissimo conoscere questi dati perché ci permettono di scegliere l’acqua con consapevolezza; per esempio, un’acqua ricca di calcio può risultare utile a chi soffre di osteoporosi, mentre per chi soffre di calcolosi renale si consiglia di solito un’acqua con quantitativi di calcio più bassi.

Acque minerali: il residuo fisso

La scelta dell’acqua da bere passa quindi anche dal suo residuo fisso; con questa locuzione si fa riferimento al contenuto espresso di sali minerali espressi in milligrammi in seguito a riscaldamento a 180 °C e successiva evaporazione. In base a questo criterio si distinguono secondo la legge (D. Lgs. 176/2011), acque minimamente mineralizzate, acque oligominerali, acque minerali e acque ricche di sali minerali.

Le minimamente mineralizzate hanno un residuo fisso inferiore a 50 mg/l; nelle oligominerali è compreso tra 50 e 500 mg/l, nelle minerali tra 500 e 1.500 mg/l e nelle ricche di sali minerali è superiore a 1.500 mg/l.

Acque minerali: qualche consiglio per la scelta

A seconda degli usi si possono scegliere acque di diverso tipo, così come si può anche praticare una certa alternanza fra un tipo e l’altro.

L’acqua minimamente mineralizzata, per esempio, viene spesso suggerita per la preparazione del latte in polvere e di altri cibi per gli infanti.

Un’acqua oligominerale, che ha un residuo fisso mediamente basso, può essere consumata un po’ da tutti, dai bambini fino ad arrivare agli anziani.

Le acque minerali (talvolta indicate come mediominerali) sono spesso consigliate durante la stagione estiva oppure per chi pratica attività fisiche prolungate; lo scopo è quello di reintegrare non soltanto i liquidi, ma anche i minerali che si sono persi con la sudorazione.

Un discorso a parte va fatto invece per le acque ricche di sali minerali, quelle che hanno un residuo fisso superiore a 1.500 mg/l; solitamente queste acque sono utilizzate a scopo terapeutico ed è il medico curante che stabilisce quale acqua e quali dosi assumere. Per esempio, un’acqua con un alto residuo di ferro potrebbe essere consigliata a chi soffre di anemia sideropenica (anemia da carenza di ferro), mentre un’acqua particolarmente ricca di calcio a chi soffre di osteoporosi.

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati