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Ci cura l’ansia?

by La Redazione
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Prima di capire chi la cura è importante comprendere cos’è l’ansia. Il termine, a livello etimologico, deriva dal latino “angere” che significa stringere. Si tratta nel pratico di uno stato emotivo negativo che rischia di portare a un peggioramento delle condizioni della vita umana. Va specificato che esistono due tipi di ansia decisamente differenti:

  • Ansia “fisiologica”: questo tipo di condizione può essere considerata anche normale, quando ci troviamo di fronte a un pericolo la nostra mente reagisce trovando le forze per adattarsi a quello che è un cambiamento.
  • Ansia “patologica”: l’ansia diventa patologica quando questo stato invece condiziona la nostra vita in maniera importante determinando una limitazione delle capacità di adattamento. Molto spesso questo stato è anche vago, cioè non arriva da una causa che il soggetto riesce a riconoscere.

Ma chi cura l’ansia?

Il primo passo da fare quando si accusa uno stato di ansia moderatamente preoccupante è recarsi da uno psicoterapeuta come https://psicologomarcomessina.it/ che possa accertarne la gravità. A quel punto si deciderà se procedere solamente con un percorso psicoterapico con uno psicologo o se unire a questo anche una terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra o da un neurologo.

Le cause dell’ansia

Al momento la medicina non ha trovato di fatto quali sono le cause precise dell’ansia, ma sono diversi i fattori che si prendono in considerazione quando si cerca di curare un paziente:

  • Fattori biologici: alcuni studi hanno evidenziato come questo stato di ansia patologica possa dipendere anche dall’alterazione della quantità di alcuni neurotrasmettitori all’interno del sistema nervoso come aumento della produzione della noradrenalina o riduzione della seretonina.
  • Fattori ereditari: In circa 50% dei casi, secondo uno studio, i soggetti che hanno disturbi d’ansia hanno almeno un familiare con questa patologia. Questo dimostra come parzialmente nel Dna possa essere trasmesso il fattore.
  • Fattori inconsci: il padre della psicoanalisi Sigmund Freud pensava che tutto derivasse dal conflitto inconscio che può addirittura risalire allo stato dell’infanzia fino ad arrivare alla vita adulta.

Quali sono i sintomi?

Va specificato che come per ogni altra patologia media anche uno stato di ansia patologica varia nei sintomi da paziente a paziente. Anche se tutti questi vengono racchiusi attorno a quella che è l’attivazione del sistema nervoso autonomo cioè quello che non possiamo controllare con la nostra volontà. Possiamo dividere in tre macroelenchi i sintomi che possono essere:

  • Generali: paura di morire improvvisamente, paura di perdere il controllo, apprensione, inquietudine, paura di impazzire, senso di pericolo imminente, ipervigilanza;
  • Psicologici: depersonalizzazione, derealizzazione, disturbi del sonno, disturbi della memoria, impazienza, eccessiva irritabilità, preoccupazioni fuori dalla norma per eventi normali, scarsa capacità di concentrarsi.
  • Neurodegenerativi: difficoltà a respirare, battito accelerato, dispnea, dolore al torace, vertigine, sensazione di svenimento imminente, vampate di calore, freddo improvviso, difficoltà di deglutizione, diarrea, senso di stanchezza, dolori muscolari, senso di oppressione.

I campanelli d’allarme

Sono diversi i campanelli d’allarme che ci fanno capire come sia necessario rivolgersi a uno specialista. La paura di non superare qualcosa di difficile non è per forza un allarme, anzi è un normale senso di sopravvivenza quello che ci permette di evitare di infilare le mani nel fuoco quando questo divampa. Se però la paura diventa illogica allora c’è qualcosa che non funziona.

Molto spesso chi ha uno stato d’ansia che richiede l’aiuto di uno specialista si sveglia già la mattina privato dalle sue forze. Il campanello d’allarme principale deriva dal fatto che anche una piccola cosa da affrontare crea preoccupazione e stato di insicurezza. Il consiglio è parlarne con le persone care, perché molto spesso questi stati creano una ingiustificata vergogna che porta a una chiusura con l’esterno quando sarebbe fondamentale invece chiedere aiuto.

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