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Questo sistema odia il padre e il sacro. Ma una società senza padri è una società senza figli

by Diego Fusaro
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diego fusaro filosofo

Roma, 5 dic – È merito di Lacan e, in tempi più recenti, di Recalcati l’aver portato l’attenzione sul tema dell'”evaporazione del padre” (évaporation du père). La società a forma di merce non può sopportare la sopravvivenza del Padre, in ogni sua possibile declinazione: dal padre biologico al Padre eterno, dal Santo Padre alla patria. Il Padre, infatti, è simbolo della Legge: la sua funzione è di coniugare, non di opporre, il Desiderio e la Legge. Il Padre fa sì che il Desiderio, anziché precipitare in desiderio mortifero perché autoreferenziale e senza differimenti, si faccia fecondo e progettuale, aiutando a crescere e a maturare. Per questo motivo, il Padre come imago del Nomos non può soffocare il Desiderio, come avvenne con le figure dei padri-padroni, né può lasciarlo prosperare in forma anomica e dissipativa. Deve, appunto, regolamentarlo, rendendolo fecondo e produttivo.

Chi rigetta il padre respingerà anche il figlio

Dal Sessantotto ad oggi, non è un mistero, siamo entrati nella società del padre evaporato: la società edipica per eccellenza, ove il Desiderio, sciolto dalla Legge, domina nella pura immanenza capricciosa dell’hic et nunc e del godimento deregolamentato per oltreuomini a volontà di potenza consumistica illimitata. È la “società self-service” della quale scriveva Lipovetsky. L’aspetto su cui meno spesso si è portata l’attenzione, però, riguarda il fatto che la società senza padri è, di necessità, anche una società senza figli. Evaporano anch’essi, per mantenerci nello spazio metaforologico caro a Lacan. L’ha spiegato bene Marcello Veneziani nel suo studio “Di padre in figlio”: chi rigetta il padre, sarà condannato a respingere anche il figlio.

Infatti, spezzato il nesso con le origini, non si è più liberi in vista del futuro aperto, come falsamente ripete l’ordine del discorso neolibertino. Al contrario, chi ha tagliato i ponti con il passato, è privato della provenienza e della continuità, dunque anche del progetto. Senza il passato, non v’è il futuro, ma un presente deserto ed eternizzato, fatto di real time e di connessione planetaria, ma sciolto dalla memoria e dal progetto. È su queste basi, credo, che si comprende come la società senza padri sia anche divenuta società senza figli, come peraltro è corroborato dal crollo demografico che imperversa in Europa.

Al posto dei figli ci sono degli eterni giovani

In luogo dei padri, vi sono oggi adulti non maturi, che si atteggiano a eterni giovani, emulando gli stili di vita e la condotta dei figli. In luogo dei figli, vi sono eterni giovani, dediti alla movida e al godimento effimero tutto proiettato nell’immanenza aprospettica del “life is now!”. È questa, in effetti, la condanna della società tecnonichilista, la quale ha spezzato i ponti con il passato (Tradizione), con l’eterno (Sacro) e con il futuro (Progetto): e vive nel e del presente, con un vitalismo da fine settimana che, di fatto, annulla la cifra più propria dell’esistenza come intreccio dinamico di memoria, vita vissuta e progettualità.

Diego Fusaro

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5 comments

Fabio Crociato 5 Dicembre 2019 - 10:00

Dunque il crollo demografico non è un negativo vuoto da riempire a tutti i costi !!
Siamo in una fase del naturale movimento ciclico, utile anche al ritorno del “selezionato desiderio” di ottenere padri e figli di qualità migliore.
Anche la iper-tecnica (ad avviso di tanti, effetto e non causa), avrà il suo crollo, la sua metamorfosi.
Ma il “Kali Yuga”, questo sì quasi globale, è duro da sopportare; è bene sottolinearlo!

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Jos 5 Dicembre 2019 - 11:30

…pensiero molto profondo e illuminante: dovrebbe essere diffuso capillarmente per destare chi cerca il senso, la via dell’esistenza umana. Può riallacciarsi al Es, Io e Super-io d’impronta psicologica (teoria freudiana)…

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Laura 5 Dicembre 2019 - 12:21

Articolo straordinario, semplicemente paradigmatico.
Andrebbe discusso sulla RAI in più puntate (perché apre molti fronti di discussione)
fra molti intellettuali di ogni colore e tipo (anche i fautori dello pseudoprogresso tout court) per cercare di spiegarlo in ogni suo aspetto e dettaglio.
L’antiprogetto che tutti noi siamo costretti a vivere, nell’eterno contingente, dominato dal libertinismo più smodato ed autoreferente possibile apre il nuovo vaso di Pandora onnipervasivo…

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La notte del mondo. Cielo spopolato, nichilismo e morte Dio | Il Primato Nazionale 27 Febbraio 2020 - 10:22

[…] morte di Dio come dissoluzione di ogni ordine valoriale e veritativo (Nietzsche) e come evaporazione dell’idea stessa di padre (Lacan) risulta, per ciò stesso, coerente con la dinamica di sviluppo del capitale absolutus: nei […]

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Ada Gianzi 28 Maggio 2020 - 6:58

Ecco perché il distanziamento sociale, è solo l evidenza di una società vuota, che non ha più niente da condividere; e proprio per questo, si rifugia nell isolamento. Non è la conseguenza della politica anticoronavirus

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