Roma, 18 ott – Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non ha solo lasciato in eredità agli italiani un aumento degli sbarchi di immigrati nel 2022 pari al 792 per cento rispetto al 2019.
Oltre all’aumento esponenziale degli sbarchi, il ministro Lamorgese lascia un altro regalo al popolo italiano: il 13 ottobre, con il decreto ministeriale 37847, predispone il rifinanziamento dei progetti Sai (Sistema accoglienza e integrazione) dal primo gennaio 2023 al 31 dicembre 2025.
Il lascito della Lamorgese: più di un miliardo di euro finirà nelle tasche delle coop dell’accoglienza
Il decreto ministeriale della Lamorgese ha stanziato 1,3 miliardi di euro destinati alle cooperative dall’accoglienza di immigrati per il prossimo triennio, 425.315.927 euro all’anno. I 282 centri di accoglienza ordinari riceveranno quasi 327 milioni di euro all’anno per ospitare 21.238 immigrati maggiorenni. Ciò significa che la diaria sarà in media 42 euro al giorno per singolo immigrato. Ai 77 centri di accoglienza per minori migranti non accompagnati, andranno 87 milioni di euro all’anno per ospitare 3.259 minorenni, ovvero la diaria media giornaliera sarà di 73 euro per singolo immigrato riconosciuto come minore. I 24 centri di accoglienza per immigrati con vulnerabilità (disagio mentale – assistenza sanitaria specialistica e prolungata) riceveranno quasi 12 milioni di euro all’anno per ospitare 351 immigrati. La diaria media giornaliera, in questo caso, sarà di 92 euro per singolo immigrato riconosciuto come vulnerabile. È utile paragonare queste cifre alla pensione di invalidità che ricevono gli italiani diversamente abili, 291 euro al mese, ovvero poco più di 9 euro al giorno.
Un business da 5 miliardi di euro all’anno tra truffe e malagestione
L’accoglienza degli immigrati in Italia è diventata un business molto remunerativo da più di un decennio. “Gli immigrati rendono più della droga”, aveva sottolineato Massimo Carminati che, con Salvatore Buzzi, si era aggiudicato diversi appalti per la gestione dei centri per immigrati a Roma. Sono molteplici le inchieste per truffa che hanno riguardato le coop dell’accoglienza. L’ultima è stata aperta a Lecce, nel luglio scorso. Il Tribunale aveva emesso sei misure interdittive e sequestrato conti correnti e immobili per oltre 2 milioni di euro. Durante le indagini, la Guardia di finanza aveva accertato che gli immigrati vivevano in “condizioni diverse da quelle previste dai contratti di servizio e delle pubbliche forniture somministrate per garantire i necessari requisiti socio-assistenziali”. Inoltre, i gestori dei centri di accoglienza certificavano la presenza di “numerosi cittadini stranieri che in realtà si erano allontanati dalle strutture da diverso tempo, in modo da percepire la quota giornaliera per la presenza sul territorio nazionale”. Nel giugno scorso, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento aveva disposto il rinvio a giudizio di quattro responsabili della Omnia Academy, associazione che gestiva 15 centri di accoglienza fra le province di Agrigento e Caltanissetta, accusati di avere realizzato una gigantesca truffa nella gestione dell’ospitalità. Nel 2018, il Documento di economia e finanza (Def), stilato dal governo Gentiloni, prevedeva una spesa per l’accoglienza degli immigrati di circa 5 miliardi di euro. Nel 2017, in base ai dati consuntivi, la spesa per le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, accoglienza e istruzione era stata pari a 4,3 miliardi di euro, il 68 per cento destinati ai centri di accoglienza.
Ora, soprattutto con la crisi economica che sta affliggendo il popolo italiano, il sistema di accoglienza degli immigrati, gestito dalla coop, andrebbe riformato completamente, anche perché, dopo una frode, difficilmente lo Stato riesce a rientrare in possesso dei soldi truffati.
Francesca Totolo
2 comments
Propongo di creare una graduatoria dei ministri dell’interno più bastardi della storia.
Ancora con ste cazzate?
Qualsiasi provvedimento legislativo può essere emendato e finanche completamente abrogato con provvedimento legislativo successivo.
Sta alla #Meloni cancellare il lascito.