Roma, 12 nov – Che cos’è il derby? Potremmo risolverla brevemente citando la Treccani: “Incontro molto importante in competizioni sportive tra due squadre della stessa città o anche tradizionalmente rivali”. Parliamo di calcio ovviamente, ma – se vogliamo – è qualcosa che va oltre ogni questione puramente pedatoria. Quindi no, non basta la fredda definizione della pur sempre precisa Enciclopedia Italiana per descrivere al meglio la portata sociale che ogni stracittadina si porta con sé. Ci facciamo pertanto aiutare da quella che – per lo meno nel paese dei mille campanili – si presenta come versione assoluta e totalizzante dell’argomento in questione. Nel tardo pomeriggio odierno si disputerà Lazio-Roma, derby della Capitale numero 185. E con entrambe le compagini indietro in classifica, oggi più che mai vale davvero una (mezza) stagione.
L’aquila e la lupa
La storia è nota ad ogni appassionato. La Lazio, nata nella prima decade del gennaio 1900, sorge nei quartieri più borghesi dell’Urbe. I cugini della Roma, al contrario, circa un quarto di secolo dopo, fusione di diverse società ed espressione delle zone popolari. Biancocelesti contro rosso porpora e giallo oro. Ovvero, un omaggio alla Grecia – patria delle olimpiadi – e la scelta dei colori propri del Campidoglio. Zeus – quindi Giove – da una parte, il Sole e Marte dall’altra. Va da sé la scelta simbolica: aquila (elitaria, regale) e lupa – fiera, orgogliosa.
Ma cosa vuol dire giocare un derby? Per Paolo Di Canio è una gara che «non si può pareggiare». Secondo l’ex centravanti laziale infatti la «possibilità di fare la storia» deve mettere in conto anche la parola sconfitta. Continuando con il ragazzo cresciuto in Curva Nord «ogni palla è una guerra straordinariamente diversa» da quella che si fa ogni domenica. Termini differenti ma dal sapore simile sono quelli di Daniele De Rossi. «Come le altre partite mette in palio tre punti» ha precisato non più tardi di undici mesi fa il fu Capitan Futuro. «Ma vale tanto per la città» perché, anche nel pallone moderno, «le emozioni contano» ancora.
Testa, cuore, gambe e polmoni
Allora, come si vince una stracittadina? Gli esempi potrebbero essere infiniti. E al di sopra di ogni ragione propria del tifo, ne scegliamo uno per tutti. 18 aprile 2010, la Roma ha da poco superato l’Inter in testa alla classifica ma – contro la Lazio – si ritrova sotto. Il gol in apertura di Rocchi taglia le gambe alla compagine giallorossa che nella prima frazione subisce l’iniziativa dei cugini. Sapendo che Lazio-Roma, come ogni derby – prima che con cuore, gambe e polmoni – si gioca nella testa, l’allenatore romanista Ranieri nell’intervallo compie una mossa (a dir poco) ardita. Fuori Totti e lo stesso De Rossi per una rimonta che si compie nel giro di un quarto d’ora. «Un rischio mai visto» lo definirà a posteriori il numero dieci per antonomasia. In quei frangenti corsa scudetto e peso della stracittadina avevano – semplicemente – annebbiato il genio calcistico dei due campioni del mondo.
Lazio-Roma, derby totale per un posto in Europa
Veniamo quindi alla stretta attualità. Un presente che vede la Roma a quota 17, settima forza del campionato – posto che garantirebbe la qualificazione in Conference League – e la Lazio, decima, un punto più sotto. Sorpasso maturato nell’ultimo turno di campionato. Alla sconfitta di Bologna degli uomini di Sarri è seguita la rimonta al cardiopalma di Cristante e soci sul Lecce. In attesa di tempi migliori, ci si gioca un posto in Europa.
Sarà l’ennesima sfida tra la propositività del Comandante e la mentalità più pragmatica dello Special One. Segnerà Immobile o timbrerà Lukaku? Farà la differenza Luis Alberto o ci penserà una giocata di Dybala? Al di là di ogni questione tecnica – che per l’occasione, come abbiamo visto, conta fino ad un certo punto – tanto si deciderà nella silenziosa sacralità dello spogliatoio. Ossia dove la testa attiva le gambe e il cuore prepara alla fatica i polmoni. Lo sappiamo – e lo sanno meglio di noi i tifosi capitolini – non sarà mai una partita come le altre. Ma nemmeno una “semplice” stracittadina: ecco perché nel paese del campanile Lazio-Roma è il derby per eccellenza.
Marco Battistini