Harare, 20 dic – Il colpo di stato del 15 novembre che ha destituito il presidente Robert Mugabe, da tre decenni alla guida dello Zimbabwe, sta portando i primi cambiamenti nel paese africano da anni vittima di scellerate politiche economiche. L’obiettivo del nuovo governo è la revisione della riforma agraria del 2000, voluta fortemente dall’ex presidente e principalmente rivolta contro la comunità bianca. I primi segnali di cambiamento su questo tema li aveva già lanciati il neo presidente Emmerson Mnangagwa, che aveva espresso la volontà di risarcire i coltivatori bianchi vittime della “redistribuzione delle terre” dell’era Mugabe.
Il neo ministro dell’agricoltura dello Zimbabwe, Perence Shiri ha annunciato l’ordine di evacuazione di tutte le terre occupate abusivamente e di proprietà degli agricoltori bianchi, gli unici autorizzati a rimanere saranno i possessori di permessi ufficiali, infatti per Shiri “tutti quelli che si sono insediati illegalmente in queste terre devono abbandonarle immediatamente”. Il ministro ha poi aggiunto che questa misura servirà a rilanciare l’economia del paese in crisi da anni: “Se vogliamo raggiungere gli obiettivi stabiliti dal governo e utilizzare l’agricoltura come pilastro dell’economia, dobbiamo garantire una buona gestione agricola”.
Questa sorprendente azione del governo segna una rottura importante con il recente passato del paese africano. Dal 1997 ad oggi la comunità bianca ha infatti subito una serie interminabile di violenze e assalti alle proprietà, culminate poi con l’attuazione della riforma agraria del 2000, quando Mugabe diede il via libera all’esproprio coatto e senza indennizzo di buona parte delle terre possedute dagli agricoltori bianchi.
Guido Bruno
2 comments
[…] Trump ha esteso di un altro anno le sanzioni già emesse contro lo Zimbabwe. La ragione risiederebbe nelle decisioni del governo di Emmerson Mnangagwa, che sarebbero «una minaccia insolita e straordinaria» per la politica estera degli Usa, critici […]
[…] Non sarà sfuggito agli appassionati della serie a fumetti che negli oltre 80 album che vedono come protagonista il pistolero, i neri compaiono poche volte, spesso senza dire nulla. Un peccato imperdonabile secondo gli autori del fumetto – e una mossa commerciale che porterà sicuramente nuova linfa monetaria al progetto editoriale – che si sono “rimessi in riga” pubblicando l’album Un cowboy nel cotone. Disegnato come i precedenti da Achdé, uscirà il 23 ottobre da Lucky Comics. “È stato concepito molto prima della morte di George Floyd”, ha dichiarato Jul. Ma chissà per quale strano motivo, esce proprio ora. Nella copertina è disegnato Lucky Luke nel bel mezzo di un campo di cotone, a fianco di uno sceriffo di origini afroamericane. Sullo sfondo, quattro figuri incappucciati, membri del Ku Klux Klan, brandiscono delle torce accese. La storia, spiega Jul, è ambientata in Louisiana, dove Lucky Luke ha ereditato un’enorme piantagione di cotone. Il pistolero, fanno sapere gli autori, dovrà combattere per ridistribuire la sua eredità ai contadini neri. Speriamo sappiano coltivare la terra meglio dei loro colleghi dello Zimbabwe. […]