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“Via Johnson e Draghi, il prossimo chi sarà?”. Ci sfotte pure Medvedev

by Alessandro Della Guglia
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medvedev, draghi

Roma, 15 lug – Ci sfotte pure la controfigura di Vladimir Putin. L’uomo che il leader russo piazzò pro tempore alla presidenza della Federazione, prima di blindarsi al potere sine die, non perde occasione per punzecchiare l’Europa. E ora ha gioco facile, sin troppo, nel prenderci in giro. Così Dmitri Medvedev ha tirato fuori un post sarcastico sul terremoto politico in atto nel Regno Unito e in Italia. L’ex presidente russo – attuale vice presidente del Consiglio di Sicurezza di Mosca – ha infatti pubblicato una foto in successione di Boris Johnson e Mario Draghi, seguiti da una figura in nero con un punto interrogativo. Della serie: “Chi sarà il prossimo a fare le valigie?”. Sottinteso: “Tra i nemici di Putin”.

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Le continue frecciate di Medvedev

Medvedev, come di consueto, ha lanciato la sua frecciata via Telegram. Una sparata senz’altro puerile per un politico navigato, ma che è diventata immediatamente virale sui social. D’altronde il concetto è chiaro: volevate cacciare Putin, invece il presidente russo è ancora al suo posto, mentre voi siete costretti a dimettervi. Posto che nel caso di Draghi la situazione è meno scontata di quanto possa apparire agli occhi del Cremlino, è chiaro che Medvedev non perda occasione per sbeffeggiare i traballanti governi occidentali. Non a caso negli scorsi giorni, con Johnson costretto a gettare la spugna, si era subito fatto sentire (sempre via Telegram): “I migliori amici dell’Ucraina se ne vanno. La Vittoria è in pericolo! Il primo è andato…“.

Contro Draghi (e più in generale contro i leader europei), lo scorso giugno, Medvedev era già entrato a gamba tesa. “Il livello dei politici occidentali? E’ davvero “caduto in basso” e “l’ho visto con i miei occhi negli ultimi 20 anni”. Qualche esempio? “Non c’è nemmeno traccia di personaggi politici del livello di Helmut Kohl, Jacques Chirac o Margaret Thatcher” e “senza offesa per nessuno, ma è chiaro a tutti che Mario Draghi non è Silvio Berlusconi, e Olaf Scholz non è Angela Merkel”, scrisse Medvedev in occasione del summit di capi di Stato europei a Bruxelles. “Il problema della degenerazione della politica europea è principalmente dovuto al fatto che è diventata una pallida voce di supporto per i solisti americani”, aggiunse l’ex presidente russo.

Alessandro Della Guglia

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1 commento

fabio crociato 15 Luglio 2022 - 11:36

Egregio D.Medvedev, qui non siamo messi come Voi, si ricicla tutto, proprio tutto (leggesi Draghi e similari), ma fatichiamo molto a riconoscere le variabili differenzianti. Quando e se saremo capaci di differenziare sul serio, torneremo a competere e a saperVi indirizzare verso una storica integrazione d’ intenti ? Chissà… ?!

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