Washington, 7 dic – La decisione di non incriminare i poliziotti bianchi coinvolti nella morte del ragazzo nero Michael Brown in Missouri e di Eric Garner a New York ha scatenato le proteste in tutto il paese. Si susseguono le manifestazioni di piazza in numerose città statunitensi, al centro delle polemiche ci sono l’operato della polizia e la pratica del “racial profiling”.
La pratica della “profilazione razziale” prevede l’individuazione razziale o etnica di un individuo da parte delle forze dell’ordine, che di conseguenza decidono quale protocollo utilizzare, ad esempio fermo, perquisizione o arresto. Il fattore chiave è quindi il gruppo etnico di appartenenza che viene associato solitamente ad un’attività illecita, le associazioni più comuni riguardano gli afroamericani di solito accostati alla gang criminali, i latinoamericani all’immigrazione clandestina e gli arabi al terrorismo.
Fortemente contrari a questa pratica sono le associazioni per i diritti civili che la ritengono illegale da tempo, a seguito delle manifestazioni di piazza in corso ancora in questi giorni il presidente Barack Obama ha annunciato una stretta sul modus operandi della polizia e una modifica sostanziale della profilazione razziale. Le nuove regole non riguarderanno la lotta al terrorismo e l’immigrazione clandestina, proprio quest’ultimo settore ha scatenato delle polemiche interne all’amministrazione.
La decisione dettata dalla spinta emotiva delle proteste di piazza prenderà forma la prossima settimana, quando il ministro della giustizia, Eric Holder presenterà le nuove regole che bandiranno per la prima volta a livello nazionale il “racial profiling”.
Guido Bruno