Roma, 21 feb – Cosa c’entrino fascismo e antifascismo con gli Stati Uniti d’America lo sanno soltanto loro. Fatto sta che gruppuscoli della “sorosiana” Azione Antifascista e l’altrettanto “sorosiano” Black Lives Matter, presunta associazione antirazzista ( che non si capisce quali reali collegamenti abbia con la comunità dei Neri d’America ma che, con tutta probabilità, è la solita organizzazione di borghesi bianchi che odiano se stessi) sono riusciti a boicottare ed impedire un concerto ad Oakland, in California, della band Black Metal svedese Marduk. La scena metal si è schierata decisamente dalla parte della band scandinava. I Marduk non hanno mai avuto connotazioni razziste o antisemite. E neanche, seppur velatamente, politiche. Ma soltanto i riferimenti ad un’estetica “guerresca”, debitrice della Seconda Guerra Mondiale e, per ovvi motivi, strizzante l’occhio anche al nazionalsocialismo. Sarebbe tempo perso ricordare i ben più illustri precedenti: uno su tutti, Lemmy dei Motörhead. Di certo non accusabile di simpatie politiche di estrema destra ma da sempre affascinato dell’immaginario estetico del Terzo Reich.
In Italia siamo abituati a queste mattane che, però, negli Stati Uniti stanno vedendo una decisa e accelerata radicalizzazione ( soprattutto dopo l’elezione di Trump a Presidente ) che genera dei cortocircuiti allucinanti. In primo luogo, perché chiunque così può essere dipinto come fascista, pur non avendo idee di questo tipo. In secondo luogo, perché questa modalità di fare pressione per censurare è un vero è proprio atteggiamento mafioso ( anche se, questo tipo di polemiche, in Europa lo abbiamo già visto ai danni di band anche importanti come i Pantera ). In terzo luogo, perché stavolta la furia degli antifascisti non ha risparmiato neanche le categorie che, di solito, dicono di “difendere” e tutelare dalla violenza fascista, sessista, omofoba, razzista ecc ecc. Com’è possibile leggere nel comunicato ufficiale del locale, L’Oakland Metro Operahouse, i proprietari hanno deciso di annullare il concerto per la paura e le minacce ricevute dallo staff, composto in massima parte proprio da afroamericani e membri della comunità LGBTQ. Staff che aveva, in precedenza, già riconosciuto l’impossibilità di ricondurre i Marduk ad ideologie razziste e nazionalsocialiste. Ancora più stupefacente è il comunicato del Dipartimento di Polizia che giustifica l’annullamento del concerto, a fronte delle furiose polemiche e delle minacce. “Ci sono gruppi che pensano che i Marduk guadagnino nel glorificare simboli nazisti e canzoni riguardo ufficiali delle SS e antisemitismo..” così inizia la nota delle forze dell’ordine. Cosa, facilmente e immediatamente confutabile. Perché di queste tematiche, quali siano le reali e personali idee politiche della band di Norköpping, non c’è traccia nei loro testi.
Eppure, paradosso dei paradossi, secondo loro, basta che qualcuno si metta in mente una colpa, anche contro ogni evidenza, e minacci disordini per riuscire a boicottare un evento, un concerto, un’iniziativa. Che sarebbe come consigliare ad una banca, dopo l’ennesimo furto, di chiudere invece di fornirle protezione adeguata. Questo tipo di antifascismo, ormai slegato da ogni realtà, diventa molto molesto anche quando magari, in concreto, risulti poco pericoloso. Le categorie storiche originarie ormai sono abbandonate del tutto e quindi è possibile condannare chiunque. Si è fuori da argomenti razionali e fondati. Si agisce scompostamente e istericamente in base a semplici convinzioni patologiche. E si può riuscire ad impedire un semplice concerto, grazie alla prepotenza mafiosa e violenta ( anche se, la maggior parte delle volte più millantata che reale ) che dicono essere la caratteristica principale dei “fascisti” e dicono di voler combattere. Il teatrino delle miserie umane che impone arroganza e ingiustizie in nome delle proprie convinzioni personali. Di questo passo, davvero, si rischia di diventare sempre i “cattivi” di qualcuno e nessuno può dirsi immune a questa Inquisizione, anche se si crede assolutamente in linea con i dettami del “politicamente corretto”. E in barba a qualsiasi democratico e tanto sbandierato diritto alla libertà di parola…
Maurizio L’Episcopia
7 comments
Povera America se ha paura di un concerto dei grandi Marduk….
C’è attualmente una guerra anti-black metal nel nord America. Il successo del boicottaggio dei Graveland (che certe simpatie non le hanno mai mascherate), ha ringalluzzito gli antifa locali e si stanno spingendo ben oltre. (su questi temi suggerisco il sempre valido Come lupi tra le pecore edito dai tipi di Tsunami).
Bloccare un gruppo innocuo, ma importante come Marduk che come scritto nulla hanno a che vedere con le accuse poste, è un terribile segno che porterà a odiosi disclaimer da una parte e rigonfiamento dell’ego per i libertari ma di nome.
Qualunque forma estetica non sia omologata all’esportazione di categorie di marketing utili è sempre più considerata nemica.
Poi piangono quando uno manifesta il suo dissenso non a parole.
sceneggiate simili si sono viste anche con i Destroyer 666, il rischio di queste campagne d’odio isteriche è che ci scappi il morto. Ad ogni modo diversi anni fa i Marduk fecero dichiarazioni non propriamente neutrali sul piano politico. Il fatto è che il black metal è nato come genere offensivo e radicale, se smettesse di utilizzare simboli e linguaggi ritenuti “divisivi”, cesserebbe di essere sé stesso…
E’ esattamente il punto. Anni fa i Taake subirono, tra l’altro per colpa di un’altra band e per di più più anziana ( i Kreator ), un boicottaggio simili, culminato con la loro cancellazione da un festival. E risposero che il Black Metal NON si autocensura. E DEVE essere libero di utilizzare simboli e concetti che vuole. In totale libertà. Altrimenti rischia di essere snaturato. Le affermazioni di cui parli erano per lo più attribuibili a Legion, il vecchio singer. Che attualmente non è più nella band. Ed erano, tutto sommato, blande. Resta il fatto che i Marduk non sono né riconducibili ad alcun movimento o network politico, né riconducibili organicamente ad idee politiche schierate. L’isteria di questo politicamente corretto sta creando sempre più corto-circuiti. Cosa grottesca che ho voluto sottolineare ( e attraverso le parole degli organizzatori, i quali anche NON avevano ravvisato motivi per impedire ai Marduk di suonare nel loro locale ). La cosa grave è che, in questo modo, bastano poche decine di persone per impedire a quasi mille fan di godersi un concerto….
sì hai ragione, la risposta più diginitosa a queste pagliacciate l’hanno espressa quelli di Militant zone o come si chiama…
Non trovo sbagliato cancellare uno show nell’interesse della sicurezza pubblica e della band.
I disordini alla Berkley in precedenza (come riporta il comunicato) hanno portato facilmente a pensare che quegli stessi gruppi potrebbero creare disordini…che andrebbero a discapito dei fans e della band.
Public Safety qui e’ una cosa molto seria qui a differenza dell’Italia (basta vedere cosa fate ogni domenica negli stadi di calcio). Forse prima di scrivere un articolo del genere andrebbero fatti ragionamenti piu’ approfonditi anziche’ cercare un click in piu’.
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