Roma, 21 giu – C’era una volta quel tale che si tagliò gli attributi per far dispiacere alla moglie. L’Unione europea farebbe la stessa cosa, se solo gli attributo li avesse, ma l’indole autolesionistica è la medesima. Vedi, per esempio, il rinnovo delle sanzioni alla Russia sino a metà gennaio 2017. Questa brillante decisione – una sciagura per gli imprenditori nostrani che lavorano nell’export – è stata presa dagli ambasciatori rappresentanti permanenti dell’Ue, riuniti a Bruxelles, che hanno deciso di mantenere l’embargo economico ai danni di Mosca. Francia e Italia non si sono opposte alla manovra come invece si era pensato alla vigilia (e ti pareva), ma si sono limitate ad auspicare che la benedizione “politica” del pacchetto di misure sanzionatorie venga dopo il vertice europeo in programma il 28 e il 29 giugno.
La richiesta è motivata dalla volontà di tentare ancora una mediazione, anche se il via libera definitivo non è messo in dubbio. Il rinnovo delle sanzioni, che mettono nel mirino i settori finanziari, petroliferi e militari, avrà inizio a fine luglio e durerà fino a gennaio del prossimo anno. Furono decise la prima volta dopo l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines sui cieli dell’Ucraina, la cui responsabilità fu addebitata dall’Occidente a ribelli filorussi. La scorsa settimana l’Unione europea ha deciso di prorogare fino a giungo 2017 un altro pacchetto di sanzioni contro Mosca, in questo caso legato all’annessione della Crimea alla Russia. A settembre, poi, scadranno le sanzioni individuali che colpiscono i visti e i patrimoni dei cittadini russi accusati di aver sostenuto la causa separatista.
Roberto Derta
1 commento
Se il nostro governo fosse un vero governo e vi fossero veri politici e condottieri di popoli, veri uomini (nel senso di Vir) delle sanzioni ce ne fregheremmo e ribadiremmo la nostra sovranità anche in materia estera, scegliendo noi con chi e in quali modalità intendiamo intrattenere rapporti.
Ma no, continuiamo a piegarci…