Kiev, 27 dic – Più di 2300 monumenti di epoca sovietica distrutti, tra cui 1320 statue di Lenin. Tutti quanti abbattuti nel corso del 2016, in seguito alla controversa legge che prevede letteralmente la “decomunistizzazione” dell’Ucraina. Nel luglio 2015 il governo di Kiev diede infatti il via alla legge che equiparava il nazismo al comunismo, mettendo al bando tre partiti di matrice comunista: il Partito comunista d’Ucraina, il Partito comunista rinnovato e il Partito comunista dei lavoratori e dei contadini.
Il segretario del Consiglio di sicurezza Oleksandr Turcinov definì la legge sulla “decomunistizzazione” un “momento storico”. Da allora, oltre alla messa al bando di partiti e movimenti che si rifanno al comunismo, è iniziata la demolizione dei monumenti di epoca sovietica.
“Ricordiamo che dopo la Russia – si legge nel comunicato diffuso dall’ufficio stampa dell’Istituto Ucraino per la Memoria Nazionale – l’Ucraina era il paese con il maggior numero di tributi a Lenin in aree pubbliche“. Non solo monumenti demoliti però. In Ucraina, dal luglio 2015 ad oggi, sono state rinominati 51.943 vie, 25 distretti e 987 centri abitati, tutti ribattezzati o creati ad hoc durante il periodo comunista.
Eugenio Palazzini
3 comments
Da fascista quale sono, non amo nessuna forma di “damnatio memoriae”. Il che vale anche per le vestigia del comunismo. La storia non si cancella, bella o brutta che sia.
Non sono d’accordo, io di: via XXV aprile, via partigiani, via Berlinguer, via stalingrado, corso Unione sovietica ne vorrei fare a meno in Italia.
È ridicolo avere “corso unione sovietica” a Torino