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Turchia: colpo di stato, i militari: “Abbiamo preso il potere”. Erdogan in fuga

by La Redazione
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Aggiornamento ore 00.30 – Scontri a fuoco ormai non più limitati solo a Istanbul e Ankara, ma in molte città del paese. Coinvolti anche i cittadini, tra i fedeli ad Erdogan ed altri che invece festeggiano i militari. Si registrano i primi morti. Gli imam dai minareti chiamano la popolazione alla resistenza. Il generale Hulusi Akar, capo delle forze di terra, è ostaggio dei golpisti, a conferma della probabile divisione interna alle stesse forze armate. Sembra confermata la voce che vuole il presidente in fuga: sarebbe decollato da Bodrum, dov’era in villeggiatura, su un jet privato diretto verso la Germania, che però avrebbe rifiutato l’asilo. L’aereo è comunque in volo nello spazio aereo europeo: si ipotizzano come destinazioni Roma o Londra.

Aggiornamento ore 00.00 – Sono 37 i generali golpisti schierati con le loro truppe su Ankara ed Istanbul, dove le forze dell’esercito starebbero prevalendo. La Polizia turca resta leale al governo, si continuano a registrare scontri. Forte esplosione nella capitale presso la sede della televisione di Stato. Nuovo videomessaggio via telefono di Erdogan, che esorta i cittadini a ribellarsi contro i militari, che “pagheranno a caro prezzo quel che han fatto”. Non si hanno ancora notizie sulla sua posizione, anche se sembra che l’annuncio sia fatto dall’aereo presidenziale, diretto verso un luogo imprecisato: c’è chi parla della capitale, chi invece della Germania, che però secondo media americani avrebbe rifiutato l’autorizzazione ad entrare nel suo spazio aereo. Tutte le frontiere della Turchia sono state intanto chiuse.

Aggiornamento ore 23.30 – I militari hanno annunciato il coprifuoco e la legge marziale. Mistero sulla sorte di Erdogan: secondo alcuni media sarebbe al sicuro a Bodrum, altri invece lo danno in fuga verso l’estero. Il presidente è intervenuto via cellulare in diretta tv, ma non si hanno notizie sulla sua posizione. Sarebbe intanto caduta la sede dei servizi segreti, mentre è sotto assedio la sede del partito di governo Akp.

Aggiornamento ore 23 – I militari annunciano: “Abbiamo preso il potere in Turchia per proteggere la democrazia e ristabilire i diritti civili”. Non è ancora nota la dinamica dei fatti in quanto lo Stato maggiore sarebbe stato preso in ostaggio, dando così l’impressione di un colpe orchestrato solo da una fazione dell’esercito. Televisioni e radio spente, Facebook e twitter fuori uso, aeroporto di Istanbul chiuso. Il premier Yildirim: “Le nostre forze useranno la forza contro la forza”, sarebbero infatti in corso conflitti a fuoco tra esercito e polizia. Al confine europeo, intanto, si registra lo schieramento dell’esercito anche da parte della Grecia.

Istanbul, 15 lug – Ponti sul Bosforo chiusi, esercito in strada, colpi di arma da fuoco. In Turchia sarebbe, in questo momento, in corso un colpo di stato. A confermarlo, dopo le indiscrezioni della stampa, il premier Binali Yildirim, che parla di tentativo di golpe ai danni del presidente Erdogan: “Faremo tutto il possibile perchè prevalga la democrazia. Il colpo di stato non riuscirà e i responsabili saranno puniti”, ha detto.

Le cronache parlano di due ponti sul Bosforo, a cavallo fra le due estremità di Istanbul, chiusi al traffico sia pedonale che automobilistico, mentre un elicottero avrebbe attaccato la sede dell’intelligence e su Ankara sarebbero in volo le forze dell’aeronautica. La Polizia, da parte sua, ha richiamato tutti gli effettivi in servizio, ma i militari starebbero disarmando gli agenti. Già occupate, secondo i pochi resoconti dei media locali, le sedi degli studi radiotelevisivi nazionali.

Non è la prima volta che l’esercito della Turchia si frappone nella vita politica del paese. Considerato fin dalla fondazione della Repubblica come guardiano della laicità dello Stato, è già intervenuto quattro volte manu militari: nel 1960, nel 1971, nel 1980 e nel 1998. Se confermato, quello attualmente in corso sarebbe il quinto.

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1 commento

Dino Rossi 15 Luglio 2016 - 10:59

I nodi sono arrivati al pettine anche per il sultano porco Erdogan. Spero che l’esercito turco faccia giustizia dei fiancheggiatori di Daesh .Erdogan EAU Qatar ed Arabia Saudita devono pagare il prezzo del nostro sangue.
Fuori dall’Europa gli islamisti!

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