Washington, 29 gen – “Donald Trump procede come un rullo compressore per mantenere le sue promesse elettorali”. L’osservazione, quasi infastidita, è di “Repubblica” in seguito all’annuncio degli altri ordini esecutivi connessi alla stretta sull’immigrazione voluta dal neoeletto presidente americano. Stop di tre mesi agli ingressi da Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen, con il conseguente blocco del programma d’accoglienza dei rifugiati in attesa di stabilire criteri nuovi e con la promessa che, oltre al dimezzamento delle quote verrà anche data priorità alle minoranze cristiane perseguitate. Sospeso il programma Visa interview waiver, che prevedeva per i cittadini stranieri la possibilità di prolungare la permanenza negli Usa per motivi di lavoro, o per altri motivi ad eccezione del turismo, senza colloquio con le autorità diplomatiche. “Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che lo sosterranno e ameranno profondamente la nostra gente”, ha dichiarato Trump, mentre continuano le manifestazioni contro le sue politiche e promettono battaglia anche le centinaia di “città santuario”, dove trovano rifugio presso le autorità locali gli immigrati clandestini e che ora rischiano di vedersi tagliati fondi per sette miliardi di dollari: “Questo è il sogno americano davanti ai vostri occhi. Non permetteremo che ce lo tolgano”, ha dichiarato nel corso di una manifestazione il sindaco di New York De Blasio, che ha anche promesso di difendere “tutti, a prescindere da dove vengono e dai loro documenti di identità”.
Anche la Chiesa, immancabilmente è scesa in campo, non solo attraverso il clero statunitense, ma per mezzo anche delle parole provenienti direttamente dalla Santa Sede. A contestare la decisione di Trump di proseguire con la costruzione del muro al confine con il Messico è, con tono altamente demagogico, Peter Turkson, il cardinale ghanese che papa Francesco, lo scorso agosto, ha nominato prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, la nuova creatura papale di natura perlopiù politica destinata ad occuparsi di immigrazione (e sostituzione?). “Noi ci auguriamo che il muro non sia costruito”, ha dichiarato Turkson, “ma conoscendo Trump forse si farà. La Santa Sede è preoccupata perché non riguarda solo la situazione con il Messico ma il segnale che si dà al mondo. Non sono solo gli Usa che vogliono costruire i muri contro i migranti, accade anche in Europa. Mi auguro che non seguano il suo esempio. Un presidente può anche costruire un muro ma può arrivare un altro presidente che l’abbatterà“. Parole che, ancora una volta, dopo che il papa aveva paragonato Donald Trump ad Hitler, sembrano voler entrare nel merito delle faccende interne ad un Stato sul quale di certo non ha competenze la Chiesa e che, soprattutto, paventano un inquietante rovesciamento di governo, oltre a confermare il sostegno del Vaticano all’invasione migratoria in corso in Europa.
Nel frattempo, due giorni fa, Donald Trump ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente del Messico Enrico Pena Nieto, dopo l’annullamento dell’incontro previsto tra i due in seguito alle divergenze sull’impegno economico per la costruzione del muro, che ora il presidente statunitense prevede di pagare anche con dazi fino al 20% sulle importazioni dal Messico, che sembra potrebbero fruttare fino a 10 miliardi di dollari l’anno a fronte di un fatturato che supererebbe i trecento. “Una chiamata produttiva e costruttiva”, ha fatto sapere lo staff di Trump, “che ha riguardato le relazioni bilaterali tra i due paesi, il deficit commerciale che attualmente gli Stati Uniti hanno nei confronti del Messico, l’importanza dell’amicizia tra le due nazioni ed il bisogno dei due paesi di lavorare insieme per fermare i cartelli della droga, di trafficanti di droga e di armi illegali”.
Sempre due giorni fa c’è stato l’incontro con il primo ministro inglese Theresa May che, dopo la Brexit e l’elezione del tycoon, ha intenzione di ristabilire i legami tra Regno Unito e Usa, all’insegna di una ritrovata centralità dell’isola britannica sulla scena mondiale: “La vittoria di Donald Trump”, ha affermato, “vi dà l’opportunità di aprire una nuova era. Regno Unito e Stati Uniti hanno la responsabilità di essere leader, per difendere insieme i nostri valori di libertà e democrazia che sono minacciati: quando Regno Unito e Usa indietreggiano è un male per il mondo intero”.
Infine, Trump ha annunciato anche un piano per il rafforzamento dell’armamento statunitense, senza risparmiare una stoccata ai giornalisti sui quali, in una intervista alla Cbn, ha osservato: “Non parlo di tutti, ma di una grande parte dei media: la loro disonestà, la loro totale truffa li rende certamente in parte un partito di opposizione“, ha detto in una intervista alla Cbn”.
Emmanuel Raffaele
5 comments
Da cattolico forse dovremmo chiamarla solo sede ormai e non santa sede
Sarebbe oppotuno che il prete argentino non facesse lo spavaldo e badasse a se stesso.
Dio lo protegga e gli dia la capacità di riconoscere il giusto ed il coraggio per difenderlo.
Proteggere la propria Nazione e le sue radici è nostro dovere.
“Regno Unito e Stati Uniti hanno la responsabilità di essere leader, per difendere insieme i nostri valori di libertà e democrazia che sono minacciati: quando Regno Unito e Usa indietreggiano è un male per il mondo intero”.
È possibile che qualcuno di noi possa condividere un’idea del genere?
Jean
che tristezza… ogni uscita della SS (santa sede) del papa mediatico si commenta da sola