Roma, 21 ago – Non passa giorno che non si magnifichino, con toni trionfali, i successi della libera circolazione all’interno dell’Unione Europea. D’altronde, ben 22 delle 27 nazioni che fanno parte dell’Ue sono anche membri dell’area compresa nel cosiddetto Trattato di Schengen. In quanto tali non esercitano alcun controllo alle frontiere e ogni cittadino può muoversi tra di essi liberamente e senza vincoli. Per quanto riguarda i Paesi “esclusi”, Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania aderiranno all’area Schengen quando Bruxelles lo riterrà opportuno, mentre l’Irlanda ha deciso (tramite clausola opt-out) di non aderire e di poter così esercitare forme di vigilanza ai propri confini.
Tutte le volte che il Trattato di Schengen è stato sospeso
A prima vista gli europeisti sembrano aver ragione riguardo al successo del Trattato di Schengen, da più parti dipinto come pilastro irrinunciabile. Come come spesso accade quando si parla di Unione Europea, tuttavia, le cose non stanno proprio così. Secondo uno studio condotto dal centro studi britannico Facts4Eu, infatti, negli ultimi quindici anni gli stati membri hanno sospeso la libera circolazione per ben 312 volte. Quasi tutte le volte con la benedizione da parte della Commissione. Questo a dimostrazione che, nel momento del bisogno, i governi posso sospendere gli accordi comunitari se esistono buone ragioni per farlo.
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Il primo a sospendere l’accordo è stata la Francia. Era il 2006 quando venne chiusa la frontiera con la Spagna in risposta alle proteste dei giovani baschi nel sud ovest del Paese. Da allora altri stati membri hanno chiuso temporaneamente le frontiere per almeno 311 volte. Le ragioni sono state le più variegate: tra le principali la lotta al terrorismo, all’immigrazione di massa e alla criminalità organizzata. L’ultimo caso si e’ verificato in Finlandia, la quale ha introdotto controlli alle frontiere nei confronti di 15 Stati.
Giuseppe De Santis
1 commento
Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania entreranno nell’ area Schengen solamente quando saranno ivi possibili controlli e verifiche plurilaterali automatizzate (ovviamente digitali), per la tracciabilità di beni mobili/immobili e persone oltre la “semplice” verifica ai punti di ufficiale passaggio frontiera. Se subentrano, specie in quantità, variabili pericolose nel immediato, salta tutto. E’ una questione di macro controllo incrociato ad implementazione continua. Quasi tutto il resto è propaganda, salvo la bomba euro.